Sarà che ormai siamo abituati alle mappe con le ‘zone rosse’ e gli untori della pestenera (leggi Covid19), sarà che siamo a un passo dall’8 marzo (Festa delle Donne), ma una delle notizie più curiose del web, in questi giorni, è l’interesse morboso per la Mappa delle Streghe creata dall’Università di Edimburgo meno di un anno fa, e diventata virale proprio in questo periodo.
Il progetto partì a settembre scorso. Un gruppo di studiosi decise di mappare la posizione geografica di residenza di ogni strega accusata in Scozia, e farne un enorme database interattivo. Venne fuori una cartina con storie, date, e nomi di 3212 streghe processate in Scozia dal 1550 al 1750. Tutte segnalate con un puntino rosso, per un totale di 821 posizioni, sparse sull’estremità settentrionale della Gran Bretagna, in uno dei periodi più bui della nostra storia.
La mappa combina i dati di un precedente progetto indicato come Survey of Scottish Witchcraft con una serie di nuove scoperte emerse da una quantità infinita di documenti storici. Ad ogni posizione tutti i dettagli del processo e le ‘motivazioni’ che mossero gli inquisitori nella loro delirante persecuzione.
Naturalmente si parte dal periodo in cui il parlamento scozzese dichiarò la stregoneria un reato capitale (1563) e si va avanti per i due secoli del ‘panico satanico’ scatenato da re James il sesto, convinto di essere vittima della stregoneria dopo aver rischiato di morire in una tempesta che lo colse durante un viaggio in nave da Copenaghen alla Scozia. Quanto tornò scatenò la prima grande caccia alle streghe che non si arrestò neanche dopo la sua morte.
L’ultima strega processata e giustiziata in Scozia fu Janet Horne. Era il 1727. L’ultimo puntino rosso della mappa interattiva “Witches”, che ora sta facendo il giro del web, come fosse una cartina dei contaminati dal Coronavirus.
Per chi fosse interessato ecco il link.