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Dan Brown, la solita caccia al tesoro FlashForward invece, vola alto…

di Gialli.it 19 Novembre 2009

“Commenti” è una rubrica dedicata ai film, ai libri, ai serial televisivi e agli spettacoli teatrali che abbiamo visto o letto in questi giorni. Un modo per confrontarsi, per parlare, per scambiarci idee e passioni comuni, per litigare, e anche per sentire finalmente anche la vostra “voce”. Se vi va scriveteci. Questa rubrica viene aggiornata settimanalmente.
Settimana all’insegna delle belle novità. Ho appena finito di leggere Dan Brown, mi sono sparato la settima puntata di FlashForward, ho visto il film di Incerti Complici del Silenzio, a teatro “ho visto” Via delle Oche di Lucarelli e sono alle prime pagine dell’ultimo di Zafòn, Il Principe della Nebbia.
E allora ho pensato… sai che faccio? Da oggi ne parlo su Gialli.it. Magari a qualcuno viene voglia di confrontarsi e ne facciamo una rubrica fissa. Settimanale.
Ed eccomi qua. All’esordio di questa nuova rubrica di Commenti, con ancora “caldo” sul comodino Il Simbolo Perduto, dell’uomo best seller Dan Brown. Appena ho cominciato mi sono detto: cavoli, è in gran forma! Si, perché le prime duecento pagine sono perfette. Ritmo serrato, doppio piano su due vicende che sembrano camminare parallele, ma che si ritroveranno in un inevitabile intreccio, buona penna, e anche tante gustose curiosità storiche. C’è sempre Langdon, che questa volta viene chiamato a Washington da un misterioso interlocutore. E come al solito ci sono codici, crittogrammi, misteri a go go. Niente di particolarmente nuovo, per l’amor di dio, ma almeno nella prima parte sembra che Dan abbia una marcia in più. Il libro è veloce ed entusiasmante. Perfetto, prima di dormire. Poi però il nostro cade nella solita trappola e il mattoncino cartaceo si ritrasforma, come al solito, nell’ennesima caccia al tesoro che però, questa volta, porta veramente all’impossibile. Il Simbolo Perduto è il Niente Assoluto. Nessuna rivelazione e la voglia pazza di ritornare in libreria a chiedere dietro i soldini. Gli darei un 5- solo per le prime duecento pagine. E perché questa è la prima puntata della nostra rubrica e non mi va di cominciare con le polemiche.
Meglio, di gran lunga meglio, il serial del momento: FlashForward. Siamo alla settima puntata e i colpi di scena, le sorprese, e le trovate geniali arrivano puntali. E come nella migliore tradizione del feuilleton sempre a fine puntata. Ottimo il cast, splendida la Walger nel ruolo di agitata moglie di Mark Benford, il protagonista (interpretato da un insopportabilmente bello Joseph Fiennes, che ricorderete per Shakespeare in Love), e bravi tutti gli altri. A conferma che in America i serial hanno successo perché possono contare su grandi cast e strepitosi attori. Mi piace anche il soggetto. Semplice, immediato, ma aperto a mille varianti. Se chiude bene mi verrebbe da dire che dopo Lost è una delle migliori cose prodotte in questi anni. 7. Senza remore.
Dalla televisione al cinema solo per parlare di un film che è uscito nella primavera scorsa, ma che ho visto solo l’altro giorno. Complici del Silenzio, del napoletano Stefano Incerti, è un piccolo gioiello prezioso. Un pugno nello stomaco che ti scaraventa in faccia tutto il dramma dei desaparecidos e dell’Argentina della fine degli anni ’70. Ma è anche una struggente storia d’amore con una bellissima e intensa Florencia Raggi, credo alla sua prima importante prova. Ana è un’attivista politica sola contro un regime feroce e delirante. Non è mai tardi per farsela raccontare la tragedia di quegli anni nell’Argentina che si nascondeva dietro al Campionato di Calcio e faceva sparire migliaia di ragazzi in nome della follia. Alla fine ho pianto. E a Incerti non resta che dare un 10 pieno. Magari non siamo al capolavoro, ma se lo merita.
Da un video di casa al piccolo spazio teatrale de il Pozzo e il Pendolo di Napoli, il passo è breve. Non foss’altro perché quel teatro è mio e Via delle Oche l’ho messo in scena io e Annamaria Russo. Non vale, direte. Avete ragione, ma quello spettacolo mi piace da morire e mi farebbe piacere se vi faceste un giro. Atmosfere noir, quattro bravi attori, e spettatori convinti. Evito il voto, ma vi aspetto.
Chiudo con l’ultimo Zafòn. Che poi è il primo di quelli pubblicati dallo scrittore spagnolo. Romanzo giovanile, quasi adolescenziale. Molto “leggero” e senza pretese. Ho letto solo le prime pagine e l’unica cosa che mi viene da dire è che ho fatto un sogno strano, inquietante. Sarà pure una cazzata bestiale, ma io sono sensibile. Magari alla prossima ne riparliamo…

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