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Scacchi. Truffa al torneo internazionale di Imperia

L'astro nascente aveva una webcam sotto la maglietta

di Gialli.it 6 Settembre 2015

Era considerato l’astro nascente degli scacchi in Italia. Solo numero 51.366 nel mondo, ma da un po’ vinceva tutte le partite. Anche con maestri di fama. L’hanno beccato al Torneo Internazionale di Imperia con una webcam sotto la maglietta. E’ l’ultimo caso di cheating nel mondo degli scacchi. Ecco la storia di Arcangelo Riccardi e di tutti quelli che, in questi anni, hanno trovato un modo per vincere facile sulle 64 case di una scacchiera.
A leggere i siti specializzati l’ascesa di Riccardi nelle classifiche nazionali e internazionali, non era un cosa che convinceva molti.
37 anni, apicoltore di Cossato (Biella), il ‘prima nazionale’ considerato un ‘emergente’, era seguito con sospetto anche dalla Federazione.
Poi è arrivato il 57° Festival Internazionale Scacchistico di Imperia, un torneo blasonato e famosissimo, e la carriera di questo ‘sorprendente’ giocatori si è fermata. Per sempre.
In Liguria Riccardi stava stracciando tutti. Cinque vittorie e due patte. Ma soprattutto ‘matti’ a maestri di chiara fama internazionale.
Com’era possibile, si chiedevano quelli che seguivano il torneo online? Vincere con giocatori che in classifica internazionale sono nei primi tremila posti è tecnicamete impossibile. Almeno per uno nella sua posizione. E chi gioca a scacchi lo sa. Eppure l’apicoltore sembrava una macchina da guerra. Almeno fino a quando gli organizzatori del Torneo non gli hanno chiesto di passare al controllo del metaldetector. Riccardi ha provato a rifiutarsi. L’arbitro ha insistito. Riccardi è passato e… beep beep. Aveva qualcosa addosso. Un ciondolo. Ha detto. Un portafortuna. Era una telecamerina collegata a dei fili che terminavano negli indumenti.
Espulsione immediata. Ma rimane il dubbio su come abbia fatto a ricevere le mosse da un complice esterno. E’ evidente che la webcam gli permetteva di far vedere le mosse a qualcuno. Ma su come riceveva i suggerimenti è mistero assoluto.
Riccardi è fuori dal Torneo di Imperia. Frode sportiva, l’accusa. Ma non è la prima volta.
Il fenomeno del cheating pare si stia diffondendo molto, nel mondo degli scacchi. L’esitenza di motori capaci di controllare e analizzare partite ad altissimi livelli e la presenza di telefonini, auricolari bluetooth e Pda, anche nel pieno di un torneo, rende il contatto con l’esterno molto facile.
A maggio toccò ad una donna destare i sospetti della comunità scacchistica. Lei si chiamava Mihael Sandu. Ed era nei primissimi posti della classifica europea. La sua ascesa lasciò tutti perplessi. E durante un torneo una petizione che l’accusava di cheating fece molto scalpore. La Sandu si difese in tribunale e la sua vicenda, mai chiarita, è diventato un vero e prorio ‘caso’.  Un po’ come capitò al bulgaro Borislav Ivanov i cui successi furono presi di mira da venti grandi maestri internazionali, i quali fecero un patto tra di loro, giurando che non avrebbero partecipato ad alcun torneo dov’era presente Ivanov.
Nella storia delle truffe a scacchi le lunghe permanenze in bagno, l’uso dei cellulari, e finanche gli auricolari bluetooth sono al centro di decine di casi clamorosi. Ai quali bisognerà porre un freno.
Ma siamo lontani dalle accuse di manipolazione mentale e di poteri psichici dei campionati del mondo 1978, che videro il gigante Anatolij Karpov ‘vittima’ di pressioni psicologiche da parte di una sorta di guru seduto in prima fila e al soldo del suo avversario Viktor Korčnoj.
Altri tempi, altre storie. Altre truffe.

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