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Treno d'oro: "So chi sono i due uomini che l'hanno trovato"

Polonia. Un ex ferroviere racconta una storia di omicidi e minacce

di Ciro Sabatino 31 Agosto 2015

“Conosco l’identità dei due cercatori di tesori che hanno individuato il treno d’oro di Hitler. Sono stato io a dirgli dov’è”. Tadeusz Slowikowski, l’uomo che cerca il convoglio da 65 anni, esce finalmente allo scoperto e racconta una storia incredibile. Eccola.
Non è una bella storia quella che c’è dietro l’ormai strafamoso treno d’oro dei nazisti che sta tenendo il mondo col fiato sospeso da oltre una settimana. E’ una storia di minacce, di omicidi, di morte. Ma anche di segreti inconfessabili, e leggende impossibili.
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Tadeusz Slowikowski, 85 anni, un passato da ferroviere e un presente da pensionato a Walbrzych, la cittadina della Bassa Slesia al centro di tutta la vicenda, quella storia la conosce bene. E l’ha raccontata in esclusiva a Mailonline, una delle testate che sta seguendo con più attenzione tutto quello che sta accadendo in Polonia.
“Sto cercando quel treno dal 1950 – dice l’anziano cercatore – da quando me la raccontarono la prima volta. E da quando seppi che i tedeschi erano disposti a tutto pur di tenerla nascosta”.
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Uccisi perché sapevano troppo
Il primo episodio raccontato da Slowikowski è datato 5 maggio 1945. Il pensionato lo ricorda stringendo tra le mani una foto. Tre persone. Un adulto e due ragazzini. E alle spalle una casa. E’ una specie di ‘torre di guardia’, il quartier generale dal quale, secondo il pensionato, si controllava l’accesso al tunnel che portava al treno.
I tre, una famigliola che viveva proprio in quella zona, furono uccisi tre giorni prima che l’Armata Rossa facesse il suo ingresso in Polonia. Conoscevano tutti i movimenti intorno al tunnel segreto e i tedeschi non volevano che qualcuno potesse raccontare la storia del treno. Uccisero loro, buttarono giù la casa. Dimenticandosi che c’era ancora qualcuno che quella galleria la conosceva bene. E che poi, come ha raccontato il viceministro della cultura polacco, Piotr Zuchowski, avrebbe raccontato la sua storia sul letto di morte.
Questo è il punto di partenza di Slowikowski. L’anziano ferroviere, seppe di quella strage cinque anni dopo. Nel 1950. Quando a Walbrzych cominciarono a circolare voci sulla galleria dimenticata e sul treno misterioso. Da allora non ha mollato più. Mettendo insieme foto, documenti, mappe, che ha diligentemente fatto guardare ai cronisti di Mailonline.
Poi ha cominciato a parlare di questi mesi, di queste settimane convulse.
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Mi hanno minacciato
Ha 85 anni l’ex ferroviere col pallino del treno nazista. Eppure non ha mai smesso di cercarlo. Lui dice di sapere perfettamente il punto dove è nascosto. E non ha alcun probema a mostrare delle foto che indicano un binario morto, che si perde nei rovi. Sarebbe quello l’inizio del percorso da seguire per ritrovare il treno.
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Slowikowski, anche se ormai vecchio, in quelle zone ci va spesso. E continua a far foto e a tentare di capire. Fino a quando, qualche mese fa non cominciarono le minacce.
Tre uomini armati, e vestiti in abiti civili, lo bloccarono proprio mentre passeggiava sul binario morto. Lo conoscevano. E lui conosceva loro. Da quel momento è cominciato l’incubo di Slowikowski. Minacciato più volte, e marcato ad uomo da ‘troppe persone’ che all’improvviso cercavano quel treno.
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“Si. Sono venuti da me anche i due personaggi misteriosi che poi hanno scritto alle autorità per chiedere la ricompensa. Li ho aiutati – dice il pensionato – gli ho fatto vedere tutti i miei documenti, poi sono scomparsi. Li ho rivisti poco tempo fa, quando questa storia era ormai esplosa. E mi hanno chiesto scusa, per non avermi avvertito di quanto stavano per fare. Se li conosco? Certo. Qui li conoscono tutti. Ma nessuno parlerà. Tra cercatori di tesori c’è solidarietà”.
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Le due ipotesi di Slowikowski sul contenuto del treno
“Che sia importante, quel treno, questo è fuori di dubbio”, dice l’ex ferroviere. Ma nessuno può dire veramente cosa nasconde. “Una cosa è certa – aggiunge – il convoglio è minato. I tedeschi lo facevano spesso quando temevano di non poter ritornare indietro a riprendersi i loro bottini”.
Sul cosa ci sia dentro il treno, Slowikowski non si sbilancia. Ma pare che anche lui confermi le due ipotesi che circolano con più insistenza in queste ore. Documenti segreti di Hitler dal valore storico unico, o la Camera d’Ambra, l’ottava meraviglia del mondo appartenuta allo zar Pietro il grande. Come abbiamo già scritto in questi giorni.
Staremo a vedere quanto di quello che racconta il vecchietto risponda a verità. Quello che ci rimane da dire è che Tomasz Smolarz, governatore della regione sud-occidentale della Bassa Slesia, proprio mentre scriviamo ha negato tutto quello che il viceministro della cultura polacco, Piotr Zuchowski, ha raccontato alla stampa qualche giorno fa. “Il treno? E’ solo una leggenda. E io non ho visto nessuna immagine col profilo del convoglio come ha detto Zuchowski”. E allora? Chi dice la verità? Perché questo passo indietro?
Lo vedremo nelle prossime ore.
Intanto potete darvi un’occhiata a tutti gli articoli che abbiamo pubblicato sul treno d’oro dei nazisti.
 
 
 
 
 

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