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La seconda vita di Ettore Majorana

Visse in Venezuela, e ora ci sono anche le prove

di Alberto Sora 16 Luglio 2016

Se n’era parlato già un anno fa. Nessun mistero sulla scomparsa di Ettore Majorana. Il fisico catanese si allontanò volontariamente dall’Italia decidendo di trascorrere il resto dei suoi giorni in America Latina.
Ora sulla ‘pista venezuelana’ arriva l’ultima conferma. A firma di tre giornalisti che da oltre un anno seguono la vicenda e sono determinati a mettere la parola fine su uno dei gialli più fitti della storia d’Italia.
Era il febbraio del 2015 quando la notizia cominciò a circolare.
Ettore Majorana, una delle menti più brillanti dei ‘ragazzi di via Panisperna’, non sarebbe scomparso nel nulla. Meno che mai si sarebbe suicidato.
Scappò via. Tutto qui. Senza mai voltarsi. Con un unico obiettivo, tenersi quanto più lontano possibile dall’Europa della guerra e delle bombe. Atomiche.
Da Napoli a Palermo, e dall’Italia al Nord dell’America Meridionale, il fisico catanese scelse il Venezuela come sua residenza definitiva.
Oggi, di quella strana storia, si hanno finalmente, un po’ più di chiarimenti. E qualche certezza. Almeno stando al lavoro di Giuseppe Borello, Lorenzo Giroffi e Andrea Sceresini. Che al ‘caso Majorana’ hanno dedicato un interessante libro a breve in libreria: “La Seconda vita di Majorana”.
Secondo i tre giornalista, lo scienziato soggiornò per ben tre anni a Valencia, la terza città venezuelana, capitale dello stato di Carabobo.
In questa città lo conoscevano tutti. Amato, stimati, si faceva chiamare Bini. Era il 1955. 17 anni dopo la clamorosa scomparsa, o fuga, dall’Italia.
A svelare tutta la storia, anche ai nostri giornalisti Rai, fu un meccanico italiano che viveva in quella città. Francesco Fasani.
L’uomo raccontò di un Majorana schivo e poco avvezzo alle frequentazioni sociali, ma che tra il 55 e il 58 conviveva con una misteriosa donna a San Raphael, un paesino a metà strada tra Valencia e Maracai.
Borello, Giroffi e Sceresini in Venezuela ci sono andati e hanno racolto molto materiale che ora potrebbe veramente mettere la parola fine sul caso di sparizione più incredibile della storia italiana.

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