Sono le 9,01 del 19 luglio 2019. Su Netflix appare una schermata attesa due anni: La Casa di Carta 3 è ora disponibile. Dopo esattamente 120 giorni dal fatidico annuncio fatto il Primo Aprile scorso (mai giorno meno credibile di quello per lanciare una promessa) torna il Professore e i ladri più celebri degli ultimi anni.
Ora sono in dieci. Il numero della perfezione e dell’eterno ricominciare. L’Undicesimo è Sergio Marquina, o Salvador Martin, o D’Artagnan, il quarto moschettiere dei Tre Moschettieri. Il più importante di tutti. Quello che non figura nemmeno nel titolo della saga di Dumas. L’innominato. Dieci più Uno. Undici. Che in numerologia è il simbolo del Genio, del Maestro. Guarda un po’. Niente è per caso. Come il gran colpo alla Fábrica Nacional de Moneda y Timbre-Real Casa de la Moneda che ci ha tenuto incollati alle poltrone per 22 episodi. Perché il danaro non si ruba ai poveri e nemmeno ai ricchi. Il Danaro si prende direttamente alla fonte: la Zecca di Stato.

Che roba è stata la Casa di Carta. Una serie partita con mille dubbi e diventata un fenomeno mondiale. Tradotta in 190 paesi, premiata con l’International Emmy Awards, considerata la serie ‘non in inglese’ più vista su Netflix.
Ventidue puntate di adrenalina pura, poi il la grande fuga col malloppo. Sembrava tutto finito. Col Professore e la sua Raquel a bere mojito in un’isola sperduta chissà dove. E invece eccoli di nuovo pronti a ricominciare. La festa è finita. Bisogna salvare Rio. Tutti a rapporto. Si riparte.
E noi, qui, alle 9,01 ad attendere la banda, a fare il tifo per loro, ad amare perdutamente Silene Oliveira. Tokyo. Che dio ti benedica.
Si parte!