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Rosso Tango

di Gialli.it 1 Luglio 2009

Il Premio Speciale Metronapoli, patrocinato dal Comune di Napoli, va al racconto “Rosso tango” della sociologa Laura Bugno. Un noir nel mondo del tango. Antonella Scotti “campione uscente” intervista per noi la vincitrice dell’edizione 2009.
di ANTONELLA SCOTTI
Come ti chiami?
Laura Bugno
Anni?
Trenta, ma a detta degli altri ne dimostro molti di meno, il che mi rende felice all’inverosimile.
Segno zodiacale?
Toro
Da quanto tempo scrivi?
Scrivo da quando ho imparato a tenere la penna in mano ma è dall’età di sette anni che mi considero una scrittrice.  So che questo causa incredulità e a volte ostilità in chi scrive e pubblica da decenni e non si considera ancora uno scrittore a tutti gli effetti ma per me uno scrittore è colui che ama scrivere e lo fa per piacere, a prescindere da fama e denaro.
Penna o PC?
Bel dilemma. Quando ho l’ispirazione giusta cerco di fissare sul foglio frasi, parole, semplici appunti ma per lo più scrivo al PC. Certo la poesia rappresentata da una penna e da una pagina bianca che man mano si riempie di inchiostro è immortale ed infinita. Un po’ meno infinito è il tempo che si ha per riportare al PC pagine e pagine scritte a mano. Per me si tratta di una scelta puramente pratica. Poco romantica? Può darsi.
Ispirazione o revisione?
L’ispirazione è la chiave che apre la porta della mia scrittura. In mancanza della quale rimarrei per ore a fissare il vuoto… che tristezza! Preferisco sempre e solo accingermi alla scrittura quando ho l’ispirazione giusta che non sempre arriva quando sono da sola a casa, alla mia scrivania. Molto spesso mi capita quando sono in strada, in autobus, alla posta, insomma nei luoghi più impensati! E’ per questo che porto sempre con me un taccuino su cui annoto ciò che mi viene in mente. Ti lascio immaginare la curiosità e la sorpresa di chi mi sta intorno! Inconvenienti più che accettabili. Per rispondere alla tua domanda quindi per me l’ispirazione è indispensabile, anche se senza l’altra faccia della moneta, la revisione, il testo rimarrebbe un inestricabile groviglio di pazzia.
Conta di più lo stile o la storia?
Ecco, questa è una cosa che non ho ancora capito bene. Ti ringrazio per la domanda. Forse andrebbe fatta agli editori, così in base alla loro risposta mi regolerei! Scherzi a parte sono convinta che un buono stile sia importante ma al contempo però, se un testo è scritto con uno stile impeccabile e storia risulta noiosa, prevedibile o poco interessante, il lettore non è stimolato a proseguire. Di conseguenza considero l’originalità della storia punto focale, se poi è accompagnata da un buono stile…tanto meglio.
Perché scrivi?
Ah, così… a bruciapelo? Beh, ti rispondo come faccio ogni volta che me lo chiedono: scrivo perché è la cosa che più mi piace fare, scrivo perché non potrei fare altrimenti e se potessi, scegliere di non fare altro nella vita.
Credo che questa mia motivazione sia condivisa da te e da chiunque ami scrivere. È un anello che ci tiene tutti uniti alla stessa attività e ci rende in qualche modo… complici.
E veniamo al racconto vincitore del premio Metrona poli che in questi giorni è distribuito presso le principali fermate di metro  e funicolari. Com’è nato “Rosso Tango”?
“Rosso Tango” è stato, tra i tanti che ho scritto, il racconto per cui ho impiegato meno tempo. È stata una scrittura di getto, come si dice in gergo, l’ho realizzato in soli due giorni.
L’idea è nata dal desiderio di conciliare il mondo del tango con quello del noir. Un’ unione a mio avviso perfetta, passione e mistero, rosso e nero. Ma come sempre, quando scrivo, la storia nasce da sé, come amo dire: tutto succede davvero, nella mia mente, io mi limito ad osservare e raccontare.
Tu sei sociologa, quanto hai attinto dal tuo lavoro per questo racconto? Ossia Davo esiste davvero?
Credo che ogni scrittore attinga dalla propria professione in quanto il lavoro che facciamo risulta parte del nostro essere. In particolar modo il mio lavoro mi ha concesso di entrare in contatto con diverse realtà, più o meno tristi e poco conosciute, di conoscere persone particolari e di catturare le loro caratteristiche per poi rinchiuderle in miei schemi mentali da cui attingere all’occorrenza.
Davo, questo sconosciuto che ha sconvolto i miei lettori… beh lui, è uno psicopatico ossessivo. La costruzione del suo personaggio è stata la parte più faticosa  di questo lavoro: ho dovuto rinfrescare le mie conoscenze di psicologia e in particolare delle psicopatologie. Ma in effetti, quello che lo rende un personaggio inquietante è il fatto che, a prescindere dalle sue patologie, potrebbe essere ognuno di noi, con i suoi segreti, la sua routine, le sue passioni e le sue ossessioni.
Nei tuoi racconti ci sono spesso fatti di sangue e/o immagini cruente. Come mai?
Immagino la domanda nasca dalle volte in cui, leggendo dei miei lavori, anche in un testo che in principio risultava essere dai toni pacati o addirittura sdolcinati, hai visto spuntar  fuori un coltello o un serial killer, sangue e morte. Credo che tutto dipenda dal rifiuto che ho per la banalità. Non ho mai resistito per più di qualche minuto davanti alla TV durante la programmazione di un film romantico in cui alla fine tutto va bene e i protagonisti vivono per sempre felici e contenti. Nella vita non è così. La vita è fatta di alti e bassi, di cronaca nera e di misteri inspiegabili e a me piace rappresentare questo tipo di realtà, la cruda, quella più vicina a noi, quella che affascina il lettore, ma anche quella più divertente. Mi spiego. Hai presente quando si gioca con un bambino nascondendosi per poi venir fuori all’improvviso provocandogli un sussulto? Ebbene, il bambino in un primo momento ne sarà spaventato ma poi ti chiederà di rifarlo ancora perché quell’emozione è stata piacevole e vuole riprovarla. La gente vuole essere spaventata. È un po’ il principio su cui si basa l’industria del cinema horror. Se le persone non trovassero divertente essere spaventati o inquietati, sarebbe già fallita da un pezzo.
Come ti è venuta l’idea geniale del tic di Davo di scomporre in sillabe le parole?
Molto semplice. Durante un esercizio sul tema delle ossessioni fatto alla scuola di scrittura che ho frequentato, ricordai di avere avuto la stessa ossessione da piccola, quando alle elementari mi insegnarono la scomposizione in sillabe delle parole. Me ne andavo in giro esercitandomi a scomporre le parole pronunciate dagli altri, così, per gioco. Alla mia insegnante di scrittura, Antonella Cilento, risultò così particolare e interessante da suggerirmi la cosa come elemento caratterizzante di un killer. Detto fatto, quella che era la piccola mania di una ragazzina un po’ troppo diligente è diventata l’ossessione di un personaggio di un racconto che circa vent’anni dopo ha riscosso un successo insperato. Spero che la condivisione mia e di Davo di questa particolarità non ti induca a terminare qui l’intervista e a scappare lontano da me! Come dice il mio maestro Carlo Lucarelli: paura eh?
Giusto un po’! (Intanto, per  prudenza, mi allontano) Ma la vita è un noir?
Non sarei così drastica. La vita è un incredibile caleidoscopio fatto di felicità, sofferenza, serenità, disperazione, divertimento. A volte è il fato a deciderlo, a volte siamo noi. In entrambi i casi è fondamentale essere coscienti di ciò che accade intorno a noi per trovare sempre la soluzione giusta per un vivere dignitoso. Per fortuna non mi hai domandato se la MIA vita è un noir… ormai la domanda l’hai fatta e non puoi tornare indietro!
Già prima di Subway hai avuto altri riconoscimenti tra cui il primo premio del concorso letterario “ScrivEremo” e la classificazione tra i primi dieci vincitori del Premio “INCIPIT”, oltre che altri premi minori. A  quando il primo romanzo?
La domanda temuta da tutti gli scrittori in erba. Ebbene sto lavorando al mio primo romanzo da circa un anno, credo che ora i tempi siano maturi per portare a termine il mio lavoro e mettermi di nuovo alla prova. Spero di non deludere i miei  lettori e di regalar loro una storia piacevole e interessante in cui immergersi per sfuggire alla realtà.

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6 thoughts on “Rosso Tango”

  1. Intervista intelligente e mi riferisco sia alle domande che alle risposte.
    Seguo da un pò entrambe le scrittrici e suggerisco di tenerle d’occhio perchè ci regaleranno sicuramente altre belle emozioni!
    Complimenti agli organizzatori e alla giuria!
    Simona Guerriero

  2. Intervista intelligente e mi riferisco sia alle domande che alle risposte.
    Seguo da un pò entrambe le scrittrici e suggerisco di tenerle d’occhio perchè ci regaleranno sicuramente altre belle emozioni!
    Complimenti agli organizzatori e alla giuria!
    Simona Guerriero

  3. Grazie per i complimenti e la lettura attenta Simona!
    Spero di essere all’altezza delle aspettative…
    un abbraccio e a presto
    Antonella

  4. Grazie per i complimenti e la lettura attenta Simona!
    Spero di essere all’altezza delle aspettative…
    un abbraccio e a presto
    Antonella

  5. sono d’accordo con Laura la definizione di scrittore e non posso far altro che replicare i miei complimenti per il racconto in attesa del romanzo.
    Sono orgogliosa di voi, ragazze, campionesse uscente ed entrante!
    Cristina M. Russo

  6. sono d’accordo con Laura la definizione di scrittore e non posso far altro che replicare i miei complimenti per il racconto in attesa del romanzo.
    Sono orgogliosa di voi, ragazze, campionesse uscente ed entrante!
    Cristina M. Russo

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