Il Tigri si ritira, e la siccità svela i resti di un’antica civiltà scomparsa.
Sulla riva orientale del fiume più famoso dell’Asia Occidentale, nella regione del Kurdistan, in Iraq, riemerge Mitanni, una delle tre potenze mondiali dell’età del Bronzo, insieme a quella degli ittiti e dei faraoni egizi.
Si tratta di una scoperta che può riscrivere la storia del Medio Oriente. Di Mitanni, infatti, si era perduta ogni traccia. E l’estinzione del suo popolo è uno dei grandi misteri della nostra civiltà.
Secondo quanto sappiamo Mitanni fu un impero situato sulla sponda occidentale dell’Eufrate, a mezzogiorno del Tauro, nel Vicino Oriente antico. La popolazione era legata alla stirpe degli Hurriti, ma intorno al 1500 a.C. l’autorità di Mitanni si accrebbe a dismisura, comprendendo il territorio dell’Anatolia sud-orientale, dell’Alta Mesopotamia settentrionale e della Siria.
Il misterioso Regno, dunque, raggiunse il massimo splendore tra il 1450 a.C. e il 1350 a.C., proprio nella fase terminale dell’Età del Bronzo. Prima di essere definitivamente conquistato dagli assiri e scomparire per sempre.
Ora, sulle rive del fiume Tigri sono apparse le rovine di un antico e imponente palazzo e dieci tavolette di argilla, che potrebbero finalmente svelare la storia di quella gente, la sua parabola e i suoi misteri. Uno su tutti l’origine di Nefertiti, la bellissima moglie di Akhenaton, il faraone che tentò di imporre il culto del dio Aton. Secondo l’opinione prevalente, suggerita dalla maggior parte degli Egittologi, tale regina fu prima del suo matrimonio, una principessa mitannica. Ma non finisce qui. A Mitanni è anche legato il mistero del culto del Dio Serpente, che fa impazzire appassionati di alieni e complottisti. Manufatti e statuine raffiguranti i Vigilanti (così venivano chiamati i Creatori Rettili) sarebbero stati ritrovati proprio nella zona dove oggi è emerso il palazzo che sta stupendo il mondo.
Insomma, un’antica storia di misteri irrisolti, sembra oggi poter essere svelata, interpretata, riscritta. Bisogna solo sperare che gli archeologi possano fare il loro lavoro. L’acqua, che fino ad oggi non era mai scesa a questo livello, ha già ricoperto nuovamente i resti del palazzo e rimangono solo le tavolette, per avere risposte attese da troppo tempo.