Ma mica è tanto vero che fu un certo Neil Alden A rmstrong a muovere i primi passi su quella palla d’argento che chiamiamo ‘luna’. Fatevi un giro sugli archivi dei quotidiani americani, scoprirete che quasi un secolo e mezzo prima il rigoroso Southern Literary Messanger scriveva di un tale, un ‘certo’ Hans Phaall (che poi diventerà Hans Pfaall) sulla Luna c’era già stato, e a Rotterdam lo sapevano tutti.
Peccato che il giornale non diceva che quella appena pubblicata era una fake news. anzi, una ‘hoax’. Le bufale letterarie di metà Ottocento, di cui, quel buon tempone di Edgar Allan Poe era maestro.
Vabbé, perdonate lo scherzo. Ma oggi tutti a parlare di luna, tutti a ricordare lo sbarco avvenuto mezzo secolo fa, ci stava ricordare il Maestro, che oltre ad essersi inventato l’horror e il giallo, è anche il papà della Fantascienza, scegliendo come esordio di un genere, pronto a diventare intramontabile, proprio il nostro amato satellite.
Il racconto è L’incomparabile avventura di un certo Hans Pfaal, la trovata geniale è che sembra un articolo, ed invece fa parte di una piccola trilogia di frottole (hoax) che apparvero in quegli anni in america, e che, un po’ di anni dopo, proprio un editore italiano (Mattioli) decise di pubblicare in un unico volumetto.
La storiellina è semplice semplice, ma scritta in punta di penna, visto che stiamo parlando di Poe.
La scena è Rotterdam, in una mattina qualsiasi di metà Ottocento.
Nel cielo terso d’Olanda appare un oggetto volante. È un bizzarro pallone aerostatico, e nel cesto c’è un omino che lancia alla folla una misteriosa lettera e scompare nel nulla.
Sarà grazie a quella lettera che scopriremo l’incomparabile avventura di Hans, dei suoi cinque anni sulla luna, e di un tenebroso segreto che non stiamo qui a spoilerare.
Conta solo una cosa. Quello è il primo sbarco raccontato dalla Letteratura. Da allora nascerà un genere letterario che popolerà il nostro immaginario fino ad incollarci alle poltrone in quell’indimenticabile 20 luglio 1969.
Viva la luna e tutte le sue bugie.