Un ragazzo in divisa è testimone diretto della storia italiana con la s maiuscola e dei suoi misteri nel nuovo libro di Carmelo Pecora “Polvere negli occhi”(Zona Editrice). Il romanzo dello scrittore- ispettore di polizia non è altro che il continuo di “9 maggio ’78. Il giorno che assassinarono Aldo Moro e Peppino Impastato” vincitore del premio speciale della giuria Com&Te Costa d’Amalfi 2008.
di NAZARENO GIUSTI
Il protagonista, del nuovo romanzo è sempre lui Carmelo, 19 anni, siciliano che da poco fa il poliziotto. E’ un ragazzo di sani principi e di famiglia onesta Carmelo, c’è scritto anche nel suo profilo. Ci crede in quella divisa che indossa. C’era lui a bordo della Volante accorsa in via Caetani quando fu ritrovato il corpo di Aldo Moro. É stato tra i primi a vedere lo statista così barbaramente ucciso avvolto in quel cappotto che gli ricordava quello del padre. Un mese dopo quella visione scioccante è a Bologna, al 7° Reparto Celere. Sono anni difficili per tutti, ma in particolare per chi indossa una divisa. Subito si trova in prima fila in uno scontro di piazza. Per la prima volta “assaggia” i fumogeni che lo fanno piangere come una fontana e per la prima volta impugna un manganello.
Dall’altra parte ci sono ragazze e ragazzi di cui ammira la spinta ideale, non quella alla guerriglia “anche se certe cose è meglio non dirle ai colleghi”. Si invaghisce di quella città “medievale” dove incontra una bella rossa marchigiana di cui quasi quasi si innamora e che qualche giorno dopo sarà, fatalmente, il primo manifestante al quale sta per sferrare un colpo in testa. Entrambi con il volto coperto. Lui dall’ubot e dal fazzoletto azzurro del reparto, lei da una sciarpa che, nella concitazione, cade liberando la chioma rossa. Si riconoscono e entrambi sanno che è finita e non si rivedranno più. Intanto la tensione e lo scontro continuano a rimanere alti e Carmelo avrà il suo primo faccia a faccia con un pazzo armato che ha sequestrato degli studenti all’università. Di avventura in avventura, mentre è arrivata una convincente fidanzata bolognese, arriviamo al 28 giugno 1980. Sull’aereo Bologna-Palermo caduto a Ustica c’era Tonino, ventitré anni, collega della Scientifica, siciliano pure lui, “asso del biliardino”.
Poi il 2 agosto, la strage alla stazione. Lui è lì, scava, si prodiga, è in servizio alla manifestazione sindacale di due giorni dopo e ai funerali di Stato. Le ottantacinque vittime della strage sono ricordate una a una, con le loro vite e le loro storie, per quel che ne è dato conoscere, inquadrate al momento dell’esplosione. E il giovane poliziotto urla a Dio la sua domanda. Bestemmia e preghiera allo stesso tempo.
La Polvere negli Occhi dell'Ispettore scrittore
12 Febbraio 2010