E’ stato il motto romantico dei poeti d’ogni tempo. Il grido di battaglia del prode Cirano: con questa “spada” vi uccido quando voglio! Ma che fuor di metafora, la penna potesse rivelarsi davvero un’arma letale è una scoperta dell’ultima ora.
di ANNAMARIA RUSSO
Decine di amanuensi cinquecenteschi sarebbero morti sotto i colpi di un pennino… avvelenato. L’inchiostro rosso che veniva utilizzato per la ricopiatura di testi sacri conteneva, infatti, elevate quantità di mercurio. I fraticelli, che avevano il vezzo di ciucciare il pennino, per diletto o per eccesso di zelo, ritenendo che una leccatina alla punta facesse scorrere meglio l’inchiostro, finivano per avvelenarsi lentamente.
La notizia è stata rivelata dalla Syddansk Universitet (Università della Danimarca Meridionale).
Gli studiosi dopo aver esaminato un considerevole numero di corpi sepolti nel cimitero di un’abazia cistercense in Danimarca, hanno scoperto che nei resti erano presenti elevate quantità di mercurio. Ed il mercurio, o meglio il cinabro, un minerale costituito principalmente da solfuro di mercurio, veniva usato in virtù del suo colore, un rosso acceso e molto intenso nella fabbricazione degli inchiostri destinati agli amanuensi. Immolati sull’altare della cultura, trafitti romanticamente dall’arma dei poeti, martiri per la conservazione della parola scritta: quale modo migliore di morire?
Ne uccise più la penna che la spada
7 Luglio 2009
il nome della rosa?