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Mosca, l'aereo con venti miliardi

di Ciro Sabatino 28 Settembre 2013

Un aereo pieno di euro è fermo all’aeroporto di Mosca. Dentro c’è un ‘tesoro’ di 20 miliardi di euro. In contanti. Le banconote si troverebbero nell’aereoporto da sei anni e nessuno le ha mai reclamate.
Era arrivato il 7 agosto. Un martedì. Qualsiasi. Il 7 agosto del 2007, all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca.
Un aereo senza passeggeri. Un pilota. E una bolla di consegna.
Provenienza Francoforte. Si leggeva nel documento. E poi poche altre righe. Che dicevano, più o meno, così: a bordo ci sono 200 pallet di banconote.
Ora uno non lo sa. Ma le ‘pallet’ sono delle pedane. Dei bancali. Di legno. Quelli che si utilizzano per caricarci su le coca cole. O le birre. O l’acqua minerale. Solo che le ‘pallet’ di quell’aereo sostenevano banconote. Danaro.
E a sentire gli esperti, di solito, ogni ‘pallet’ che proviene da una banca può ospitare circa cento milioni di banconote. Quindi, quel martedì sette agosto 2007, all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca, era atterrato un aereo con venti miliardi di euro.
Questo c’era scritto sulla bolla. E fin qui tutto abbastanza tranquillo. I problemi sono cominciati quando il personale aereoportuale ha capito che sulla bolla non c’era segnalato nessun destinatario.
Il misterioso Farzin
La notizia ha, dunque, sei anni. Eppure ha fatto il giro del mndo solo in queste ore. Quando, cioè, un cronista di Moskovsky Komsomolets ha ricevuto una soffiata e ha pubblicato la clamorosa news.
Dalle prime informazioni il proprietario del carico sarebbe un certo Farzin Koroorian Motlagh. L’uomo avrebbe fatto la spedizione sei anni fa, ma si sarebbe ‘dimenticato’ di indicare il destinatario del tesoro.
Per anni a Mosca hanno tentato di capire cosa fare di quel denaro (si tenga presente che venti milardi di euro sono circa il 6% di tutto il bilancio della Russia), poi, da un po’ di tempo, ha cominciato a circolare la notizia che lo stravagante mecenate avrebbe avuto intenzione di donare i venti miliardi ad una fantomatica associazione benefica. La World of Good People All-Ukrainian Charitable Foundation.
Inutile dire che è scattata la caccia a questa fondazione e si è scoperto che a Mosca esiste per davvero un’associazione con questo nome e che Alexander Shipilov, il suo presidente, ora sta facendo di tutto per recuperare il carico.
Ma come è possibile che qualcuno invii a qualcun altro venti miliardi di euro ‘dimenticando’ di segnalare il destinatario del delicato cadeau?
In queste ore mezzo mondo sta tentando di rispondere a questa domanda.
Il tesoro di Saddam
Due le ipotesi. O la World of Good People All-Ukrainian Charitable Foundation è spuntata fuori solo per permettere a mister Farzin di rientrare in possesso delle 200 pallet e quindi mister Farzin ha solo e semplicemente tentato di spostare denaro sporco da una nazione ad un’altra, o quei soldi sono una parte del tanto favoleggiato tesoro di Saddam.
Farzin Motlagh esiste sul serio. E’ un iraniano residente a Teheran. Il suo nome è collegato ad investimenti in diverse parti del mondo, anche se di lui si sa poco altro. Secondo gli inquirenti il denaro «potrebbero essere i soldi di Saddam Hussein. In fondo è noto che nel mondo stanno girando tra i 60 e 100 miliardi di dollari del presidente iracheno».
Saddam Hussein era notoriamente considerato uno degli uomini più facoltosi del mondo. E non ha mai rivelato dove nascondesse le sue fortune. Quel denaro potrebbe essere suo. E sarebbe veramente un problema gestire una situazione così.

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