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Miracolo ad Acerenza

Si muove il bastone magico di San Canio

di Serena Laudadio 29 Agosto 2015

Il Bastone di Acerenza, la sacra reliquia che secondo le credenze popolari si sposta da sola all’interno di un antico altare di pietra, si è mosso. Il fenomeno non si registrava da dieci anni.
Folla di fedeli ad Acerenza per un miracolo inaspettato. Il bastone pastorale di San Canio Vescovo, il patrono della città a pochi passi da Potenza, in Basilicata, si è spostato avvicinandosi alla feritoia ricavata nell’altare che lo custodisce, permettendo ai fedeli di sfiorarlo. Ad accorgersene per prima, ieri pomeriggio, una donna che aveva assistito alla celebrazione di un funerale nella Cattedrale. Da quel momento e per tutta la notte, centinaia di persone si sono avvicinate all’altare e scattato foto.
Per Acerenza si tratta di un giorno importante. Erano dieci anni che il fenomeno non si ripeteva. La comunità è molto legata a quella reliquia.
In passato i contadini aspettavano che si muovesse per stabilire il giorno della semina. Un ‘miracolo piccolo’ nascosto dietro una sorta di oblò. Una porticina di quindici centimetri, sul lato sinistro dell’altare in pietra, che in realtà è una sorta di sarcofago. Il bastone, come detto, si muove da solo. A volte è vicino all’apertura, altre in fondo al sarcofago. “Il movimento – dice la gente del posto – è naturale, nessuno sposta il bastone per scherzo”. C’è chi ha persino ipotizzato l’ esistenza di campi magnetici. Ma come avvenga il fenomeno non si sa. Quello che è certo è che il bastone si muove. O almeno si ‘muoveva’. Fino a dieci anni fa. Poi la feritoia fu chiusa con uno sportellino e un vetro per decisione dell’allora vescovo di Acerenza. Forse proprio per evitare scherzi inutili.
Da due anni la feritoia è stata riaperta.
Il bastone magico di San Canio
E’ lungo circa 140 cm.  e poggia su un piano accidentato e ruvido. E’ famoso perché sfida le leggi della fisica: a volte è vicino all’apertura quindi toccabile con le dita, altre invece, è a metà o in fondo all’abitacolo.
Ancora più miracoloso è il fatto, attestato in diversi tempi, che il bastone “leviti”. A tal proposito esiste addirittura un atto notarile stilato dal notaio Francesco Paolo Saluzzi, dal quale si evince che il 30 maggio 1779, e negli otto giorni seguenti della festa del Santo, nella cattedrale di Acerenza si verificarono eventi prodigiosi. “Nella notte fra il 30 e il 31, dopo aver aperto lo sportellino posto a protezione del luogo nel quale era custodito il sacro bastone, al lume di una candela si poté osservare la venerata reliquia sospesa a mezz’aria. La notizia dell’evento prodigioso si diffuse rapidamente facendo riversare in chiesa una moltitudine di gente che, dopo circa un’ora e un quarto, altrettanto miracolosamente, lo vide calare verso il basso e ciò anche alla presenza di un prelato materano che si trovava al seguito di mons. Francesco Zunica, arcivescovo di Acerenza e Matera”. Alcune testimonianze sulla levitazione del bastone si trovano anche nel registro dei visitatori, all’ingresso della cattedrale, dove, ad esempio, si legge: “Pur non conoscendo la storia del bastone di San Canio, oggi ho avuto il grande onore di vederlo levitare”.
San Canio, vescovo martire vissuto nel  III secolo d.C., è Patrono e protettore della città lucana e della sua Arcidiocesi. Il 25 maggio e l’1 settembre di ogni anno ricorre la sua festività. Il bastone è conservato in un antico altare in pietra. Una specie di sarcofago, sul fondo del quale, si trova la reliquia.
 
 

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