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Il quadro del bambino che piange

di Gialli.it 27 Settembre 2009

ESCLUSIVO. Vi raccontiamo come nasce e si sviluppa una leggenda metropolitana.
Ma soprattutto come è facile rendere credibile una storia assurda prendendo in giro centinaia di ignari lettori. Gialli.it si è imbattuto nella ormai mitica storiellina del “quadro del bambino che piange” ed è stato testimone della “truffa perfetta”: raccontare una storia, infilarci dentro una bugia e ritrovarsi una serie di interlocutori pronti a crederci e a raccontare a loro volta l’incredibile vicenda.
Ecco il caso di un blog italiano che ha rilanciato il “quadro maledetto” nella top ten delle leggende metropolitane più raccontate in Italia.
di SONIA T. CAROBI
Se ne parlò per anni. La storia fece il giro del mondo, e raggiunse il suo apice in Inghilterra. “Se in casa avete un quadro con un bambino che piange, dovete liberarvene. Immediatamente. Porta male!”.  Lo scrisse addirittura il Sun, uno dei maggiori quotidiani inglesi, e dopo alcuni mesi in redazione arrivarono oltre 2500 quadri che avevano come soggetto l’inquietante ragazzino. I dipinti furono bruciati e la storia finì nel dimenticatoio. Rimossa. Con la determinazione di chi vuole dimenticare. Per sempre.
Poi, un bel giorno, un altro “quadro maledetto” venne ritrovato in una soffitta. Questa volta in Italia. E se ne ricominciò a parlare. Prima per gioco, poi con ansia sempre maggiore fino a che il “bambino che piange” ritornò ad essere la maledizione per eccellenza.
Molti hanno provato a spiegare che si trattava di una burla. Lo stesso mensile Focus, nel numero in edicola in questi giorni, ha dedicato alla leggenda ben tre pagine. Ma non tutti ci hanno creduto. Noi proviamo a raccontarvi perché.
Il bambino con i lacrimoni
La storia, almeno a detta del Sun, comincia a Rotherham, nello Yorkshire.
Una casa va in fiamme, i pompieri intervengono quando ormai c’è poco da fare. Tutto è distrutto, carbonizzato. Tranne una cosa. Un quadro. Una stampa da quattro soldi che raffigura un ragazzino in lacrime. La vicenda potrebbe passare anche inosservata se non fosse per la dichiarazione del capo dei pompieri del borgo metropolitano: “Non è la prima volta che capita. Ho visto altre case bruciare e l’unica cosa rimasta intatta è quel maledetto quadro”.
Apriti cielo. La storia del “quadro maledetto” fa il giro dell’Inghilterra”. E’ caccia ai quadri con lo stesso soggetto e soprattutto all’autore del dipinto.
Si scopre che è un italiano. Tal Bragolin Giovanni, che però dovrebbe essere lo pseudonimo di tal Amadio Bruno, residente in Spagna, professione pittore, sconosciuto ai più.
La caccia continua. Gli inglesi scoprono di averne acquistate a migliaia di quelle stampe. Le vendevano nei supermercati. Le riproduzioni di Amadio (sempre bambini e sempre in lacrime) costavano poche sterline e facevano tanta tenerezza. Sold out.
Dopo l’articolo del Sun il quotidiano viene invaso da racconti incredibili legati al quadro. C’è chi ha provato a bruciarlo, ma ha dovuto arrendersi all’evidenza. Il quadro non brucia. C’è chi giura che ha subito sciagure immani subito dopo l’improvvido acquisto. E chi, senza imbarazzi, dice di averlo visto dondolare al muro senza chiodo!
Il Sun decide di darci un taglio. E organizza il “rogo”, con tanto di strega in short e tette da brivido. La cerimonia si consuma in una campagna inglese. In poche ore bruciano 2500 “bambini piangenti”. E non se ne parli più. E’ una tiepida e languida notte di primavera del 1986. La strega sorride. Qualcuno le guarda nella scollatura. Finalmente sereno.
Un pittore francese e il piccolo “El Diablo”
La storia del quadro è bella e dimenticata. Ogni tanto le tracce di quella vicenda scivolano sul Web nella categoria delle storie incredibili. C’è anche chi non ha dimenticato. E c’è chi a riflettori spenti è riuscito ad andare fino in fondo alla caccia di Bragolin Giovanni, pseudonimo di Amadio Bruno, residente in Spagna, professione pittore, sconosciuto ai più.
Il nostro, nella realtà, si chiamerebbe Franchot Seville, pittore di origine belga, residente a Madrid e rovinato dalla sua stessa opera per quella storiellina della maledizione. Se si scava un po’ si trova anche una notarella sul caro vecchio Wiki: “Bruno Amadio (1911-1981), popularly known as Bragolin, and also known as Franchot Seville, Giovanni Bragolin, and J. Bragolin, was the creator of the group of paintings known as Crying Boys”. Bragolin/Amadio/Seville avrebbe scelto quel soggetto dopo aver incontrato un monello triste che deve averlo ispirato oltre misura. La storia di Seville e del ragazzetto, che sembra uscita da un romanzo di Dickens, ha anche un guizzo quando un prete giura di conoscere il piccolo e invita il pittore a non fare più quadri sul quel modello. “Lo conosco. E’ orfano, lo chiamano el Diablo!”.
Seville sorride e rimette il pennello sulla tela. La maledizione si “risveglia” . Pericolosamente.
2009. In Italia
Siamo finalmente in Italia. La storia di “el Diablo” la conoscono in pochi. Da noi quadri del genere non se ne vedono molti. Al supermercato noi preferiamo comprare il calendario di Valeria Marini. Ma un bel giorno accade una cosa che potrebbe spiegare come, per caso e con un po’ di furbizia, si può mettere in moto una vecchia leggenda arrugginita dal tempo.
Il luogo è “virtuale” come questa incredibile storia. World Wide Web, via Internet, blog di Gennaro Esposito (il nome è di fantasia, ma se siete bravi…). Siamo agli inizi del 2009.
L’uomo che fa ripartire la leggenda non deve avere niente da fare. E allora si inventa un blog e comincia a raccontare ai suoi amici e ad una serie di naviganti solitari le sue pene d’amore, la sua solitudine, il vuoto cosmico che prova in questa valle di lacrime.
Se la gioca bene. Ogni giorno un ricordo e una lacrima. E giù cuori solitari che lo sostengono, lo aiutano. Sono pronti a tenergli virtualmente la mano. Lui è sempre più triste. E scrive pure qualche poesia. Deve stare veramente male.
Poi arriva la genialata. “Sono talmente triste e solo che piango come un bambino. Un uomo vero non dovrebbe piangere. Ma io non ce la faccio. Piango. Sembro QUEL BAMBINO NEL QUADRO CHE AVEVA MIO NONNO”. Grande! Infila il quadro quasi in maniera subliminale. E nessuno se ne accorge.
Il gioco è fatto. Ogni giorno, sul blog del nostro, c’è qualcosa in più sul leggendario dipinto. “Era di mio nonno…”, “Lo aveva in cantina…”, “L’ho preso…”, “Mi creava ansia…”, “Ho indagato…”, “L’autore era un certo Giovanni Bragolin…”, “c’è una leggenda sul quel quadro…”, “una leggenda nera…”, “qualcuno mi ha offerto dei soldi…”, “ho deciso di tenerlo”.
Lunedì 19 gennaio 2009. Operazione compiuta.
Gennaro Esposito riscrive la storia di “el Diablo” e in Italia, lentamente si ricomincia a parlare di Bragolin e del quadro maledetto. La leggenda si muove lenta, ma penetrante. Come un virus. El Diablo è tornato!
E da qualche giorno il mensile Focus le ha riconsegnato le luci della ribalta.
Visto come è facile? Ora la domanda è: toccherà a noi lanciare l’appello e organizzare un Rogo? Ci pensiamo un attimo e magari ci organizziamo. A presto.

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18 thoughts on “Il quadro del bambino che piange”

  1. ciao a tutti!! è strabiliante ma io questo quadro ce l’ho!! era di mio nonno!…ma non so se crederci davvero a questa storia.

  2. Io conosco tutta la storia del bragolin è tutta una truffa venivano venduti a venezia fine anni 70 inizi 80 del novecento in una galleria sotto l’orologio di piazza san Marco conosco il pittore che li faceva li ho visti mentre venivano dipinti il pittore è, e ripeto è amico mio

    1. Ciao Giorgio, ho trovato il tuo commento riguardo Bragolin molto interessante. Avrei bisogno di alcune informazioni reali sull’artista. Sarebbe possibile contattarti a riguardo privatamente?
      Grazie
      Alessandra

  3. Salve ho 30 anni ed ho 4 di quei quadri, ripeto ho 30 anni e alla storiella non ci credo ma i quadri hanno un non so che di malinconico e surreale.. Mi piace da sempre… Giorgio se conosce davvero l’autore me lo saluta e gli dica di continuare a dipingere…

  4. ste storie girano da una vita, a me le raccontavano 20 anni fa o più….
    Io sapevo che portava sfortuna avere in casa quadri con bambini che piangono (come tante altre superstizioni).
    Non sapevo ci fosse dietro tutta questa storia.

  5. Apprendo ora di questa balla del fuoco. Confermo ciò che ha detto Giorgio, poiché sono stato l’ultimo allievo di Amadio (morto appunto nell’81) il quale era un restauratore e pittore di gran talento e di tutt’altro genere, I “bambini piangenti” erano per lui una banale attività commerciale con cui guadagnava molto, e firmava Bragolin perché non si sapesse che faceva quadri in serie (uno o faceva in mezz’ora, e ne sfornava decine al mese)… ma era così bravo che alla sua morte hanno tentato invano di continuare con altri per non perdere l’affare.

  6. mah che dire, posseggo due di quei quadri, di incendi mai avuti, del resto sempre secondo la maledizione, avendo il quadro di un bambino e di una bambina vicini, la stessa dovrebbe spezzarsi.
    Le leggende che siano nate per ragioni commerciali o puro divertimento dovrebbero essere lasciate libere di andare da sole, perché mi chiederete voi? … semplice perché le leggende infondono in alcune persone un senso di serenità e speranza c’è gente che ha bisogno di credere in qualcosa e che diritto avete di cancellarle in nome della verità.. verità che a pensarci bene conosce solo il pittore e nemmeno voi.

  7. …mai madre e mio padre avevano riempito casa con stampe di bruno amadio (giovanni bragolin), mi hanno sempre creato profonda tristezza fino a quando avendo voce in capitolo nono sono riusicito a farli togliere!!! L’altro giorno li ho ritrovati in box… forse il fatto che non fossero tele mi ha salvato… comunque per un bambino sono una cosa tremenda… e mia madre mi ha anche chiesto se li volevo appendere!!!

  8. salve sono possessore di un quadro di Bragolin mis 50 x 70 soggetto bimbo piangente , conoscete qualcuno interessato alla vendita???

  9. io ne ho uno e lo messo in vendita su e-bay,non credo a queste fesserie ma mia moglie,purtroppo,si e mi obbliga a venderlo!!!!!!Saluti.

  10. Io ne ho uno originale, non una stampa. E la scorsa estate ha preso fuoco il camino che passa a meno di 1m dal quadro..

  11. Due anni fa in un mercatino fui attratta da questo quadro incredibile sembrava ti seguisse con gli occhi .portato a casa insieme al quadro entro anche una agitazione.Feci una ricerca su internet e tra non crederci e crederci lo buttai

  12. Io sono cresciuti con i nonni
    Mio nonno un ubriacone cattivo . mia nonna se ne andò subito dopo la morte del nonno . Io avevo 14 anni
    Quasto quadro era appeso in soggiorno.
    Nessuno finora ha mai guardato così portasse con se questo quadro nella mia famiglia . lo sguardo che mi seguiva era sempre li. Ora sento un forte formicolio alla testa e alle braccia. Sono stato guardato per anni da quei occhi. La mia vita è stata un inferno .
    Mi sono rivolto ad una psicologa per capire perché tanta rabbia ci fosse dentre di me.
    Mi ha chiesto i miei ricordi d’infanzia più impressi. Io risposi questo quadro . Poi mi sono incuriosito . Lo cercato di Internet . Ho letto . L’immagine di quel quadro è presente nella mia mente. Io sono rimasto arrabbiato . Lo sono ancora oggi . Questa leggenda non è leggenda , se mi credete pago ancora le conseguenze per aver guardato questo quadro per molti anni. È tutti i giorni .

  13. ho anche io il quadro fatto benissimo da rnesto zambelli, mi è stato regalato nell’83/84 è bellissimo!!!!! olio su tela

  14. Ok.. Tutto molto bello.. Ne ho tre.. 1 bimba e 2 bimbi.. Qualcuno interessato all’acquisto?

I commenti sono chiusi.





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