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Jack The Stripper, e a Londra tornò il terrore

il 16 febbraio 1964 l'ultimo omicidio del serial killer

di Ciro Sabatino 16 Febbraio 2021

La trovarono in un vecchio capannone, alle spalle dell’Heron Trading Estate. Lei si chiamava Bridget O’Hara, ma gli irlandesi che vivevano nella zona, la chiamavano Bridie, come un tortino salato, piccante, un po’ in carne.
Era nuda, naturalmente. E non ci volle molto a capire che la ragazza, 28 anni, prostituta, era l’ottava vittima di Jack the Stripper. Il serial killer, che tre quarti di secolo dopo lo Squartatore, aveva fatto ripiombare Londra nel terrore.
Otto omicidi, tra il 1964, e il 1965. Tutte donne. Uccise, spogliate, gettate nel Tamigi, o lasciate sul ciglio della strada, nei quartieri meno frequentati della capitale.

Omicidi nudi’. Li chiamarono. E lui (o lei) si conquistò il nome di Jack lo Spogliatore. Come The Ripper. Ma con una piccola variante. Jack the Stripper. Perché la storia si ripete sempre due volte. E la seconda è sempre una farsa.

Bridget venne uccisa il 16 febbraio 1964. Strangolata.

L’investigatore incaricato del caso, il sovrintendente capo John Du Rose, di Scotland Yard, chiamato “Five Day Johnny” perché era capace di risolvere un caso in meno di una settimana, sentì 7000 indiziati. In pratica tutti i dipendenti dell’Heron. Ma della lista ammise che aveva sospetti solo su tre di loro. Che con l’Heron non c’entravano niente. Mungo Ireland, una guardia giurata di origine scozzese, Kenneth Archibald, un carrozziere che si suicidò proprio dopo l’omicidio di Bridie, e il campione britannico dei pesi leggeri Freddie Mills. Nessuno dei tre fu fermato o processato. Ma dopo l’omicidio della ragazza irlandese, il misterioso serial killer scomparve per sempre. E Jack the Stripper è un fantasma senza nome, né volto, nascosto nell’ennesimo faldone polveroso con scritto: Cold Case.

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