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Tutti pazzi per Pokémon Go

Esplode la mania della caccia ai mostriciattoli di Satoshi Tajiri

di Ciro Sabatino 16 Luglio 2016

Da Milano a Napoli, da Genova a Taranto, impazza la Pokémon Mania. 
Centinaia di ragazzini per strada, con la testa nel telefonino, a caccia dei mostriciattoli partoriti dalla fantasia di Satoshi Tajiri, l’informatico giapponesa che vent’anni fa inventò le creaturine, e da qualche qualche settimana ha invaso il mondo con l’App Pokémon Go.
Da ieri, il gioco sviluppato dalla Niantic è arrivato anche in Italia. E sta accadendo di tutto.
 
L’inizio è databile al febbraio 1996. Ma in occidente la data chiave è il 30 settembre 1998.
Quel giorno arrivano In America, ma anche in Europa 151 mostriciattoli che cambieranno la vita di molti ragazzini.
Si chiamano Pokémon. E il termine è semplicemente la contrazione della parola inglese Poket Monster. Mostro tascabile.
Li ‘libera’ nel mondo virtuale un informatico giapponese originario di Machida, un cittadone alle porte di Tokyo.
E’ figlio di un rappresentante della Nissan. La madre fa la casalinga, e lui colleziona insetti. I compagni di scuola lo chiamano Mr. Bug. Dottor insetto. Tanto per intenderci. Ma lui si chiama Satoshi Tajiri.
Non è uno che ama andare a scuola. Preferisce i videogiochi. Ma non è neanche il tipo da starsene ipnotizzato davanti ad un display. Si dà da fare, Satoshi. E con un gruppo di amici fonda prima una rivista dedicata ai videogiochi, poi gli venne l’idea del secolo. Creare un giochino dove puoi ‘acchiappare insetti’ (tanto per non perdere l’abitudine ndr), curarli, farli crescere, allenarli, quindi trasformarli in dei ‘combattenti’ cattivissimi.
Nascono così i Pokémon. Creature immaginarie che vivono e muoiono in una scatolina della Nintendo.
Il successo è planetario. Vent’anni dopo Mr. Bug rilancia, e questa volta rischia veramente di cambiare la vita della gente.
Pokémon Go
Qualcuno dice che non è niente di eccezionale. Che in fondo è ripreso pari pari da un altro gioco che sfrutta la ‘realtà aumentata’ (Ingress ndr). Sarà. Ma un dato è certo. Sulle autostrade americane non scrivono più “Andate piano”, ma preferiscono consigliare di “guidare, invece di cercare Pokémon mentre siete al volante”.
Insomma, da qualche settimana Pokémon Go ha sconvolto il pianeta.
L’idea è semplice. Grazie ad un App che da ieri è acquistabile anche in Italia, le nostre città vengono trasformate in infinite mappe da gioco. E con il telefonino tra le mani e il supporto della ‘realtà aumentata’ (un sistema di grafica interattiva che permette di intervenire su un flusso di immagini video live, modificando la realtà con l’aggiunta, in tempo reale, di contenuti ed animazioni virtuali) si possono cacciare mostriciattoli dovunque. Come se le barriere tra realtà virtuale e vita reale fossero completamente abbattute.
Il gioco sta facendo impazzire centinaia di migliaia di ragazzini.
Sui social si condividono le catture, e ci si scambia informazioni sulla posizione di alcuni e imprendibili mostriciattoli.
Il risultato è che da alcune ore si possono guardare schiere di adolescenti che camminano con la testa nel telefonino come ipnotizzati.
E mentre impazza la Pokémon mania vengono anche segnalati decine di incidenti che stanno preoccupando non poco le famiglie. Ragazzini che finiscono nelle fontane, o attraversano la strada col rosso, e anche teenagers che si perdono in zone sperdute delle città.
Insomma mille pericoli, ma per ora è chiaro che nulla fermerà i Cacciatori di Mostri.

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