In un giorno di sole dalla stazione centrale ci arrivi a piedi. La strada è un po’ lunga. Ma è l’unico modo che hai per scoprire vicoli e stradine. Scorci e palazzi. Angoli di storia che respiri ad ogni passo, che si svela ad ogni passo. E ed ogni passo che ti avvicina ai quartieri storici respiri l’odore del mistero, del giallo, della cronaca che avvolge tutta la città.
Piazza dei Cinquecento. Via Caetani. Via Nomentana, Via Poma, Olgiata. Piazza San Pietro. I luoghi di Pierpaolo Pasolini. Aldo Moro. Rino Gaetano. Papa Luciani. Simonetta Cesaroni. La contessa Vacca Agusta. Morti sospette. Crimini insoluti.
Roma capitale è anche questo. E tutto questo e molto altro riesci a ritrovarlo nel suo centro storico. Quello un po’ defilato. Quello che devi conoscere e dove vai apposta.
La strada è un po’ lunga ma ne vale la pena.
Quando ti ritrovi davanti al palazzetto di Via dei Gonfaloni, 29.
Museo Criminologico nazionale.
Per visitarlo devi avere un permesso speciale. Conviene aspettare.
E’ un luogo mistico per gli amanti del genere. E’ la storia del crimine. Dal medioevo al Novecento. Una storia raccontata dagli oggetti, dagli strumenti di tortura, dai reperti, dagli effetti personali. Quelli di chi i crimini li ha commessi e quelli di chi li ha subiti.
E’ il luogo dei luoghi. Di quelli del crimine. Hotel Rebecchino. Villa d’Este. Idroscalo di Ostia. E molti altri.
In nessun altro posto puoi sentirti così vicino al primo omicidio politico, quello di Umberto I, guardando gli effetti personali di Gaetano Bresci. O alla follia omicida di Leonarda Cianciulli, “la saponificatrice di Correggio” che tagliava a pezzi le sue vittime e ne faceva saponi e dolcini che offriva ad amiche e parenti. In nessun altro posto hai la possibilità di vedere l’anello con la pietra rossa “United States Army” ritrovato all’Idroscalo di Ostia o le pistole, tra cui un’automatica tipo Browning, cal. 7,65 mm, che Pupetta Maresca il 4 Agosto 1955 scaricò contro l’assassino del marito ed entrò nella storia come la prima donna di camorra.
Crimini, personaggi, oggetti, storie. Tante storie. Imperdibile il baule della spia. Recuperato, dopo una fuga, dai finanzieri dell’aeroporto di Fiumicino nel 1964, il baule volava da Londra diretto al Cairo. Al suo interno un contenuto speciale. Un uomo, piccolo di statura, seduto su un seggiolino, legato con cinghie e avvolto da coperte e cuscini. L’omino di professione fa la spia al soldo degli arabi che lo hanno narcotizzato per portarlo clandestinamente in Egitto e fargli fare il suo mestiere.
Storie. Criminali. Quelle del Novecento e quelle dell’Ottocento. Degli studi di Lombroso. Dei crani e degli effetti personali di briganti ed assassini utilizzati per gli studi di antropologia criminale.Storia dei crimini vissuta attraverso le armi e l’evoluzione della polizia scientifica.
Storia dei furti rivissuta attraverso tutti i reperti e gli oggetti d’arte recuperati o confiscati dall’autorità giudiziaria. Storie di falsi. Quelli d’autore, esposti in una sala dedicata.
Storie del medioevo. Dell’inquisizione e delle torture. Li trovi tutti gli strumenti. Esposti al piano terra. La vergine di norimberga, il collare spinato, la mordacchia (una specie di briglia da cavallo n.d.r.) usata per punire streghe e donne calunniatrici, la gogna, il banco delle fustigazioni.
Tante storie. Attraversi quei corridoi silenziosi restando incantato ed incollato ai vetri. Sentendoti parte di quelle immagini di queste storie. Sentendoti per un paio di ore catapultato in quel momento. In quelle circostanze. In quelle vite. Solo per un paio d’ore. Ma ne vale veramente la pena. (CM)
Roma. Il Museo dei crimini
24 Luglio 2009