Napoli domani fa festa per il suo Santo Patrono. Ma già da stanotte comincia la grande attesa per il miracolo di San Gennaro. Un fenomeno mai riconosciuto ufficialmente dal Vaticano ma che si ripete per ben tre volte all’anno. Il sabato precedente la prima domenica di maggio, il 16 dicembre e il 19 settembre. Domani, appunto.
Ecco gli aspetti più curiosi legati alla liquefazione del sangue più famosa del mondo.
Di storie sul miracolo di San Gennaro ce ne sono veramente tante. Il fenomeno si ripete dalla notte dei tempi, ma lascia sempre una scia di stupore e perplessità che forse è la sua vera grande forza.
Una città intera aspetta ‘il miracolo’, un numero spropositato di detrattori, il giorno dopo, tenta di spiegare che è ‘solo credenza popolare’, e forse, sotto sotto, c’è il trucco.
Ma tant’è. Il Miracolo è ormai un appuntamento fisso di cui non possiamo non parlare.
La primo notizia documentata sull’ampolla contenente la reliquia è datata 1389. Da allora, tranne che in alcuni, rarissimi casi, San Gennaro non s’è fermato più. Una liquefazione tre volte all’anno, e tutta la città si sente più tranquilla. Ma non molti sanno che:
Urbs Sanguinum
Era talmente elevato il numero di ampolle miracolose conservate nelle chiese e nelle case private di Napoli che Jean Jacques Bouchard, nel 1632, definì il capoluogo campano ‘Urbs Sanguinum”. La città dei sangui.
San Gennaro compie il miracolo ben tre volte all’anno, ma all’interno della chiesa di san Gregorio Armeno altri tre fenomeni ricordano quello del santo patrono. Il 25 agosto, nella quinta cappella a destra della navata principale, si liquefa il sangue di Santa Patrizia. Poco lontano, il 29 agosto e a volte anche il 24 giugno, ‘spumeggia’ quello di San Giovanni, e fino a qualche anno fa, nella stessa chiesa, si scioglieva anche il sangue di San Pantaleone.
A pochi passi da san Gregorio Armeno, nella chiesa di San Lorenzo stesso fenomeno per il santo di casa. Il prodigio avviene il 10 agosto, dal 1600. Dicono.
Le chiavi misteriose
Sempre in relazione alle perplessità sul miracolo di san Gennaro, molti si chiedono dove vengano conservate, durante l’anno, le ampolle col sangue di san Gennaro. La risposta è semplice. Nella cassaforte dietro l’altare della Cappella del Tesoro di San Gennaro. Ma non sono in molti a sapere che le reliquie sono finite lì per colpa di un cardinale. Il Cardinale Filomarino. Che, nel 1647 utilizzava le ampolle anche per ‘miracoli privati’. Insomma se una famiglia potente aveva un malato in casa Filomarino permetteva che le reliquie potessero essere portate per qualche giorno nella residenza dei ‘bisognosi’ per accelerare la guarigione. Il popolo non ne poté più di questo via vai e il Papa Innocenzo X fu costretto ad ordinare che le ampolle dovessero essere ermeticamente chiuse e custodite in una nicchia proprio dietro l’altare maggiore della Cappella del Tesoro, nel Duomo. Fu poi papa Innocenzo X che stabilì che quella nicchia si sarebbe aperta con una chiave della quale sarebbero esistite solo due copie al mondo. Una consegnata nelle mani dell’Arcivescovo di Napoli, una nelle preziose e nobili mani del Presidente della Deputazione del Tesoro.
Gli anni infausti
Le uniche due date ‘ufficiali’ durante le quali il sangue di san Gennaro non si è sciolto sono maggio e settembre del 1527, e maggio del 1835. Poi il santo patrono ha sempre fatto il suo dovere. Ma c’è una cosa che non va sottovalutata. Non sempre il miracolo viene considerato favorevole e tranquillizzante.
Ad esempio: il miracolo è considerato ottimo quando il sangue assume una colorazione d’un rosso vivace, e quando si scioglie subito. Il miracolo è invece considerato mediocre se il sangue è già sciolto appena la reliquia viene tirata fuori dal vano cassaforte. Mentre è addirittura infausto se dalla cassaforte il sangue esce già liquido il 19 settembre, e se si scioglie prima della processione.
Insomma. Occhio alla qualità del miracolo perché i napoletani sono pignoli.