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Era una notte buia e tempestosa

La verità sul giallo mai scritto di Snoopy

di Guglielmo (Liam) Ferretti 10 Agosto 2015

E’ l’incipit più citato del Novecento. Omaggiato da Umberto Eco e Ray Bradbury. Appare per la prima volta il 12 luglio del 1965. E da allora, è capitato a tutti, nelle notti che non dormi, nei pomeriggi che piove, quando lei se ne va, di essersi chiesti almeno una volta “ma benedetto piccolo Snoopy, quel cavolo di romanzo  l’hai mai finito o no?”.  Ecco. Ve lo diciamo noi.

Perché in fondo tutti a sbracciarsi per la filosofia di vita del cane di Charlie Brown. Tutti a ricordare le sue battute e gli ‘aforismi’ da rimanerci secchi. Ma del famoso romanzo di quell’irresistibile beagle creato da Charles M. Schulz nell’autunno del 1850, se n’é sempre parlato troppo poco. Eppure ci sono rivelazioni che non possono più essere negate.
Dunque. Il romanzo di Snoopy era un giallo. Su questo non ci sono dubbi. Come era giallo Woodstock, in fondo.
Aveva un protagonista. Che forse era lo stesso scrittore, e quindi nel romanzo non ci sarebbe mai stato. Insomma, Joe Falchetto era l’alter ego di Snoopy. Ed era lui, in realtà, a scrivere il romanzo. Ma è meglio che in questa cosa non ci perdiamo. Quello che è importante è che fu Snoopy scrittore a salutare il grande pubblico a nome di Shulz, nel suo indimenticato addio.
Era scritto da una Olivetti Lettera 32. Che non è la 22. Quella di Montanelli e Biagi. Ma era comunque una gran bella macchina da scrivere.
Aveva un incipit da togliere il fiato: “Era una notte buia e tempestosa”. Stupendo. E non fa niente che si tratta di una frase scritta da Edward Bulwer Lytton nel racconto Paul Clifford del 1830 (ripresa anche ne I tre moschettieri di Dumas). Non lo sa nessuno e va bene così. Quello che conta è che Eco sostenga che pure l’attacco de Il nome della rosa in qualche modo si ispira a quella frase.
Insomma, un incipit gigantesco, gli occhiali neri, una Olivetti 32, ma il romanzo è mai stato scritto? Tenetevi forte. Stiamo per dirvi Sì. Fu scritto, eccome.

La data è il 1971. Forse qualche mese prima. Alle fine del 1970. Il bracchetto (è un beagle, ma fa niente), aggiunge al suo capolavoro altre 18 parole. Bastano per convincersi che ha tra le mani un romanzo epocale: “Era una notte buia e tempestosa. A un tratto, echeggiò uno sparo! La fanciulla strillò. Una porta sbatté. Improvvisamente, una nave pirata apparve all’orizzonte!”. Chiede a Lucy di disegnargli la copertina e si presenta da un editore. Il tizio, l’editore (Holt, Rinehart e Winston) si convince a sua volta che ha tra le mani roba esplosiva e pubblica. Il libro appare nel 1971. Si intitola It Was a Dark and Stormy Night.
Si tratta di una storia di pirati e cowboy, di sottomarini e misteriose ragazze, ed è diviso in due parti. Molto brevi. Trovatelo. Sulle bancarelle, in un mercatino delle pulci e avrete fatto il colpo dell’anno. Vale una piccola fortuna. Ma c’è. Esiste.
Svelato il mistero.

 

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