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Arrivano gli "spiriti" di Scrooge ed è subito Natale Nelle sale sbanca Disney’s A Christmas Carol

di Gialli.it 11 Dicembre 2009

Sapete qual è il vero mistero del Natale? Tutto risiede in quella malinconia che caratterizza i giorni prima della Vigilia. Un altro anno è passato e ci si sente stanchi e disillusi: quest’anno non ci casco, quest’anno l’atmosfera delle feste non riuscirà a toccarmi. E si vive così, corazzati, per un pò. Poi la magia. All’improvviso qualcosa riesce a svegliare sentimenti antichi. Si tratta di cose semplici. Una parola, un odore, un sapore, una storia. Una di quelle favole che non smetteresti mai di ascoltare. Come una bella canzone. Quest’anno per noi ci sta pensando il cinema a riportare ovunque lo spirito natalizio, anche se in formato 3D. E’ uscito il 4 dicembre, nelle sale di tutt’Italia, Disney’s A Christmas Carol (il Disney è stato aggiunto per motivi legali), film d’animazione diretto da Robert Zemeckis e con Jim Carrey nella parte del caro vecchio Scrooge.
di ADRIANA D’AGOSTINO
Tre spiriti fanno visita all’avido e misantropo Scrooge la notte di Natale. Attraversando magicamente il passato, il presente e futuro, l’uomo aprirà gli occhi su ciò che davvero conta nella vita. Il Canto di Natale di Charles Dickens è, senza dubbio, il classico sul Natale più amato e suggestivo. Lo sa per certo anche la Disney, che, con questo, conta ben tre adattamenti animati della celebre favola.
Tutto è cominciato nel 1983 con Il canto di Natale di Topolino e si è ripetuto nel 1992 con lo splendido Festa in casa Muppets. Senza contare le oltre venti trasposizioni cinematografiche non firmate Disney e le cinquanta versioni televisive.
Il nuovo film, in questi giorni nelle sale italiane in 450 copie di cui 300 in 3D, si prospetta essere il più realistico in assoluto, considerando le avanzatissime tecniche di realizzazione utilizzate. Zemeckis torna, infatti, ad utilizzare la performance-capture per la terza volta dopo Polar Express e La leggenda di Beowulf, con risultati sempre superiori. Lo spettatore di A Christmas Carol viene così letteralmente catapultato nelle ambientazioni della storia, fino a credere di poter toccare con mano i personaggi. Per quanto questo sia, purtroppo, ancora impossibile, la tecnologia messa in pratica dalla ImageMovers di Zemeckis, regala, in compenso, al pubblico, ogni minima sfumatura del volto e del corpo degli attori. Anche il più piccolo movimento dell’interprete viene, infatti, digitalizzato grazie ad alcuni sensori posizionati sul suo corpo e sul suo volto. Il tutto viene, in un secondo momento, elaborato al computer.
A chi ha criticato gli effetti speciali, accusandoli di ridurre all’essenza l’interpretazione degli attori e di tarpare le ali alla fantasia degli spettatori, ha risposto il grande caratterista Jim Carrey, che nel film dà vita al protagonista Scrooge e contemporaneamente anche a tutti e tre gli spiriti natalizi: “…è una liberazione per un attore. Senza trucco né costumi posso essere in ogni momento Scrooge adulto, bambino, ragazzo e contemporaneamente i suoi fantasmi. Non esiste set, bisogna immaginare tutto nella propria testa, sapendo che ogni parte del tuo corpo è essenziale”.
Per ricreare la Londra ottocentesca di Dickens, i disegnatori si sono ispirati ai quadri di Turner ed ai suoi contemporanei, con la speranza che in sala ci si immedesimi grazie ad ogni elemento, a partire dal fumo tridimensionale fino alla resa dell’idea di freddo. Non a caso per pubblicizzare il film, gli esperti Disney del settore hanno fatto in modo che sia al Festival di Cannes che alla Leicester Square di Londra, nevicasse artificialmente per vari minuti nonostante i rispettivi 23 e 10 gradi di temperatura, fino a formare dei verosimili cumuli di fiocchi bianchi.
In più è già diffusissima la colonna sonora, soprattutto God Bless Us Everyone cantata da Andrea Bocelli. Infine c’è chi ha ipotizzato che ai bambini i fantasmi del film faranno troppa paura perché troppo veritieri. A proposito di questo, lo stesso Zemeckis, attualmente impegnato nella realizzazione del sequel del mitico Roger Rabbit, ha dichiarato: “Forse chi lo dice, si riferisce al bambino che c’è in ognuno di noi. Questa storia fa più paura ad un adulto. I bambini non hanno ancora una vita di rimpianti o rammarichi”.
Niente di meglio che fare i conti con i propri fantasmi mano nella mano con Dickens e con il grande cinema d’animazione. E che Dio benedica tutti.

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