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Goujian, la spada dei misteri

La scritta sulla lama nasconderebbe un segreto

di Ciro Sabatino 28 Agosto 2015

Agli inizi di agosto la British Library lanciò un appello per decifrare un codice inciso su una spada vichinga. Migliaia di utenti Twitter provarono a dire la loro su quella scritta. E si scoprì che si trattava di una antica preghiera. Oggi un’altra spada sale agli onori della cronaca. Si tratta della leggendaria Goujian, l’Excalibur cinese, che sfida il tempo e reca una misteriosa scritta ancora non decifrata completamente. La Rete si rimette a lavoro.
La ritrovarono cinquant’anni fa. Nel dicembre del 1965. A sette chilometri dalle rovine di Jinan, nella provincia di Shandong, in Cina. Era in una delle cinquanta tombe che gli archeologi scoprirono in quell’area. La spada era conservata in una scatola di legno nero. Inguainata.
Quando gli studiosi la tirarono fuori dal suo fodero, rimasero senza fiato. La lama era intatta, neanche sfiorata dal tempo.
Era rimasta sepolta duemila anni, ed era ancora in grado di tagliare una pila di venti fogli di carta.
Lunga 55 centimetri, interamente di bronzo, Goujian pesava 875 grammi ed era la classica spada a doppio filo della tradizione cinese. Sull’elsa una delicata seta. Mentre decorazioni di cristalli blu e turchesi disegnavano i due lati della lama. Neanche un filo di ruggine. La spada aveva sfidato e vinto il tempo. Nessun segno di ossidazione. Tecnicamente impossibile da credersi.
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Ma le sorprese non finirono qui. Su uno dei lati della spada erano visibili delle scritte. Disposte su due colonne. Otto caratteri in tutto, in un’antica lingua cinese. Una variante dello Zhuan Shu, una scrittura ‘sigillare’ pittogrammica difficile da interpretare.
Sei degli otto caratteri vennero subito decifrati. Dicevano che la spada apparteneva al Re di Yue, e che era stata realizzata per uso personale. Sugli altri due caratteri calò una coltre di mistero che per anni ha diviso gli studiosi.
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Si decise che almeno uno dei due ‘segni’ facesse riferimento a Goujian, l’ultimo presunto imperatore dello Stato di Yue. E da quel momento la spada prese il suo nome.
Fin qui la storia dell’incredibile ritrovamento. Gli studi, successivamente, si sono concentrati sulla composizione chimica di Goujian, che è oggettivamente uno degli aspetti più misteriosi della spada che ‘attraversa il tempo’.
I test dimostrano iche i fabbri di Yue avevano raggiunto una tale conoscenza di metallurgia da essere in grado di incorporare leghe inossidabili nei loro lame. Le spade dei maestri cinesi erano state trattati con sostanze chimiche resistenti alla ruggine, aiutandole a sopravvivere nei secoli senza alcuna ossidazione.
Ma in queste ultime settimane, proprio mentre in Inghilterra teneva banco la misteriosa scritta della spada vichinga esposta a Londra, in una mostra sulla Magna Carta, si è ritornato a parlare di Goujian e di quei due pittogrammi ancora avvolti nel mistero. In quei due caratteri, secondo molti, si nasconde un segreto: il nome reale dell’ultimo Imperatore del “Periodo delle primavere e degli autunni”, un pezzo di storia cinese (tra il 770 a.C. e il 454 a.C.) ancora ammantato di leggende e misteri.

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