Sono in nove. Fanno i mestieri più disparati, e hanno un’unica passione comune: il paranormale.
Forse ne avete sentito parlare nelle scorse settimane. Questi signori intervennero nella birreria di Lonato, in provincia di Brescia, che a quanto pare era piena di fantasmi.
Giall.it dedicò a quella vicenda un articolo. E ora che i fantasmi non ci sono più, abbiamo deciso di andare a cercare i protagonisti di quella ‘caccia’.
Ecco i ‘ragazzi’ del G.I.A.P. Gruppo Investigativo Attività Paranormali. Ci raccontano la loro storia. Ma ad un patto: non chiamateli ‘ghostbusters’.
Dunque… ghostbusters di professione! Ma come si decide di fare un mestiere così?
Ci sono almeno due inesattezze in questa frase Innanzi tutto non siamo i “ghostbusters” di cinematografica memoria. Non abbiamo zaini protonici, tanto meno trappole per fantasmi che, detto tra noi, oltre che scomodi sono anche costosi . Ci definiamo piuttosto dei “Ghost Hunters”, sebbene non saprei quale delle due definizioni sia più errata. Diciamo che quest’ultima è probabilmente la più calzante nella misura in cui andiamo alla ricerca (quindi, se vogliamo, a “caccia”) di anomalie rapportabili a quelli che la tradizione definisce “fantasmi”. Per nostra sfortuna/fortuna (dipende dai punti di vista, nda), quella del Ghost Hunting non è una professione né un mestiere. Nonostante la nostra grande passione e l’impegno che profondiamo in questa attività, essa rappresenta un’attività extralavorativa. Ognuno di noi svolge un lavoro durante la settimana (io ad esempio sono grafico, web designer e marketing specialist) e decide di sacrificare parte del proprio tempo per dedicarlo alla ricerca. Per quanto riguarda la scelta, beh, direi che ognuno di noi ha seguito – e sta ancora seguendo – il proprio percorso alla ricerca dell’ignoto. Ogni componente del team infatti ha un proprio vissuto e una propria personalissima esperienza nel campo del paranormale e ha voluto approfondirla a modo proprio. Di sicuro c’è un intento che ci accomuna: ricercare, documentare scientificamente e condividere i nostri risultati con tutti gli appassionati e, perché no, anche e soprattutto con gli scettici.
Quando avete cominciato?
Il gruppo GIAP Roma (Gruppo Investigativo Attività Paranormali) nasce nel giugno del 2011 dall’iniziativa di Gian Paolo Peroni – fondatore del gruppo – e da altri suoi amici e colleghi. Inizialmente il gruppo si componeva di 4 persone; come in ogni gruppo tuttavia qualche componente si è trovato costretto o ha scelto di abbandonare quest’attività (per quanto affascinante, onerosa sotto molti profili). Attualmente il gruppo si compone di nove persone, ognuno con dei precisi compiti da svolgere prima, durante e dopo le indagini (gestione dell’attrezzatura, analisi dei file, sessioni evp, ecc.)
Che ‘strumenti’ utilizzate?
Parlare della strumentazione richiederebbe troppo tempo per esaurire l’argomento in questa sede. In sintesi possiamo dire che ci affidiamo principalmente a strumenti di misurazione di campi elettromagnetici (naturali e artificiali), misuratori di umidità e temperatura e infine telecamere a infrarossi e full spectrum, fondamentali per documentare le indagini e le eventuali manifestazioni. Questi sono gli strumenti fondamentali, tuttavia ve ne sono molti altri che ci aiutano nella nostra attività. Ognuno di essi viene utilizzato in base al contesto, agli spazi e alle necessità del momento.
Come vi arrivano le segnalazioni?
Le segnalazioni ci giungono per lo più tramite il nostro sito internet o direttamente tramite la nostra mail info@giaproma.it. Le richieste e le segnalazioni sono le più disparate: si va dalla richiesta di semplici “consulenze” a distanza riguardanti fenomeni a cui si è assistito piuttosto che foto, video o registrazioni audio anomale, per passare alle richieste di indagini vere e proprie. Nel primo caso il nostro team raccoglie le informazioni necessarie ad avere un’idea generale dell’anomalia segnalata. Successivamente, si cerca di rispondere alle domande degli interessati escludendo cause scientificamente spiegabili (cosa che avviene nella maggioranza dei casi). Nel secondo caso invece, il procedimento è ben diverso. La comunicazione (telefonica o e-mail) con l’interessato/gli interessati è più frequente per poter raccogliere più informazioni possibili sul background sociale, psicologico e storico all’interno del quale si svolgono tali anomalie. Successivamente si procede a un sopralluogo per poter approfondire il rapporto con coloro che ci hanno richiesto un intervento. In tale contesto si cerca di escludere ogni tipo di anomalia scientificamente spiegabile. Infine, se il gruppo lo ritiene strettamente necessario, procede all’indagine vera e propria.
In pratica: come si ‘acchiappa un fantasma’?
Riprendendo la prima domanda, non “acchiappiamo” nessun fantasma. La nostra finalità è quella di documentare eventuali anomalie all’interno di luoghi pubblici o privati su richiesta degli interessati. Non siamo intenzionati a disturbare o sollecitare alcuna entità che possa abitare – o in casi estremi – infestare un determinato luogo. Ci preme peraltro precisare che non effettuiamo alcun genere di rituale magico, invocazioni, evocazioni o quant’altro possa essere ricondotto alla sfera dell’esoterismo e dell’occultismo. Il nostro è un approccio puramente scientifico, sebbene molti medium e sensitivi si siano accostati spontaneamente alle nostre ricerche e ci abbiano dato il loro apporto nell’analisi di molti casi grazie alle loro spiccate capacità percettive.
Ci raccontate qualche episodio clamoroso? E la faccenda della Birreria nel Bresciano? Com’è andata realmente?
Come GIAP abbiamo ormai 22 indagini all’attivo. Di eventi particolarmente anomali o bizzarri ne sono avvenuti. Personalmente posso descrivervi la mia esperienza un’indagine svoltasi Ladispoli (Roma) in un’abitazione privata. Le persone che vivono all’interno dell’appartamento avevano notato in più di un’occasione strani rumori al piano superiore (in assenza totale di altre persone nel luogo), comportamenti insoliti da parte degli animali domestici e soprattutto episodi di cinesi del tutto anormali (cucchiaini e tazzine in levitazione, spostamento di mobili molto pesanti, ecc.). Siamo stati contattati per comprendere che cosa stesse accadendo e, dopo il sopralluogo, compresa la portata degli eventi e la preoccupazione degli inquilini, abbiamo deciso di effettuare un’indagine. Ho personalmente eseguito una sessione EVP nella stanza da letto di una delle persone della famiglia con risultati piuttosto interessanti: alle mie domande, il termometro ha iniziato ad indicare un abbassamento repentino di temperatura (che ho percepito anche fisicamente) e la luce della lampada a ultravioletti si affievoliva o si intensificava in risposta alle mie domande. In particolare, alla domanda “Vuoi che ci allontaniamo da questa casa”, la lampada si è spenta completamente per non riaccendersi più. Vorrei precisare che le batterie (come in ogni indagine che svolgiamo) erano state cambiate la sera stessa con delle nuove e che la torcia era perfettamente funzionante. L’”ostilità” manifestata da questa presunta entità ci è stata confermata anche da uno spiacevole evento di cui è stato protagonista Gian Paolo che si è sentito trattenere dalla maglietta mentre cercava di accedere alla stanza in questione. Anche l’indagine al Trappist Monk è stata caratterizzata da molte anomalie. Le emozioni e le sensazioni che abbiamo provato tutti all’interno del gruppo sono state molto forti, forse tra le più forti di molte altre indagini. Tuttavia il materiale d’indagine è ancora oggetto di analisi, dunque per il momento non possiamo svelarvi nulla .
Due ultime domande: Ma voi ci credete ai fantasmi?
Anche in questo caso rispondo per quello che riguarda la mia esperienza personale. Sono appassionato e studioso di paranormale sin da quando io ricordi. Sono sempre stato affascinato dalla tematica dell’ignoto e del paranormale, tanto da voler ricercare e informarmi su molti temi. Ho avuto molte esperienze nel corso della mia vita che mi hanno segnato e fatto riflettere sull’esistenza dell’aldilà, di dimensioni parallele alle nostre e, perché no, anche sull’esistenza dei celeberrimi “fantasmi”. Quindi direi che, sì, io credo fermamente nell’esistenza di qualcosa d’intangibile che aspetta solo di essere scoperto e documentato.
E che consiglio date a chi vuole intraprendere la vostra attività? Come si comincia?
Come ghost hunters, non possiamo dire ad altri come si comincia. Lo abbiamo imparato con la nostra esperienza e ci rendiamo conto ogni giorno di più che il ghost hunting è un percorso più che una scampagnata alla ricerca dell’insolito, magari sfoggiando attrezzature da migliaia di euro. A nostro modo di vedere, chi vuole iniziare dovrebbe “sentire” ed essere consapevole dell’importanza della propria ricerca e di doverla portare avanti qualunque cosa accada, oltre la sfiducia, gli scetticismi e le denigrazioni. Il tutto con grande umiltà, voglia di imparare e soprattutto capacità di dialogo con altre realtà che possono sempre donare nuovi spunti di riflessione e aiutare a raggiungere risultati impensabili. Le attrezzature sono una cosa importante ma secondaria
Come si diventa Ghost Hunters
11 Febbraio 2014