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Fulmini su croci e campanili

Campania e Toscana giocano i numeri e fanno gli scongiuri

di Gialli.it 11 Agosto 2015

I fulmini non hanno mai portato bene. La gente non li ama. Richiamano antiche paure, e incubi da cui stare lontani.
Se poi i fulmini colpiscono chiese, campanili e croci, beh… oltre agli scongiuri di rito forse conviene fare un salto in ricevitoria e giocarsi un po’ di ambi e terni.
E’ quello che sta accadendo in questi giorni. Con due storie che sono diventate le più gettonate dagli appassionati del lotto.
Aveva cominciato Pompei. La cittadina mariana che ogni anno richiama più di due milioni di fedeli.
Ad essere stato colpito il campanile del Santuario. 80 metri di altezza. Costruito in tredici anni. Dal 1912 al 1925.
Alcune settimane fa un fulmine aveva preso di mira il sistema elettrico che attiva le otto campane, e da quel momento su Pompei era calato il silenzio.
La notizia, per quanto banale, aveva fatto il giro del mondo. Quelle campane erano rimaste silenziose solo nel periodo successivo al terremoto del 1980. Non sono campane qualsiasi. Furono create dalla fonderia Marinelli nell’attuale Via Sacra, usando 100 quintali di cannoni di guerra.
La scarica è stata potentissima. E siccome ha avuto conseguenze gravi sugli impianti elettrici della Basilica, i pompeiani hanno molto fantasticato sul significato divino che questo segno potrebbe avere sulla città.
Il terno più giocato 20 (la campana che non suona), 62 (il fulmine che colpisce), e il classicissimo 17 (la disgrazia).
Da Pompei a Siena il passo non è breve, ma il destino è comune. Anche qui un fulmine si è abbattutto su un campanile, distruggendo la croce. Che, nelle credenze popolari, non è esattamente una cosa carina.
I fatti si sono consumati il 9 agosto. A Montisi, una frazione di San Giovanni d’Asso, in provincia di Siena.
Temporale da brividi e uno dei fulmini ha centrato in pieno la la croce posizionata sulla sommità del campanile della pieve romanica della Santissima Annunziata,risalente al 1872. Mandandola in mille pezzi.
L’episodi ha subito rimandato alla memoria un altro fulmine blasfemo. Quello che colpì il vaticano nel giorno delle dimissioni del Papa Benedetto XVI. Nel febbraio 2013. E di cui abbiamo una foto che ha fatto il giro del mondo.
A Montisi questa storia della croce non è proprio piaciuta. E in provincia di Siena l’ambo 3 (la croce) e 62 (il fulmine che colpisce) ha sbancato.

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