Fotografato il cane-alpinista che per alcuni mesi era stato la leggenda dell’Everest. Come lo Yeti. Nessuno credeva che a quelle quote potesse arrivare un animale domestico. E gli avvistamenti sembravano solo “storie di montagna”. Poi, all’improvviso, il cane nero è apparso vicino ad un campo base e un alpinista lo ha anche fotografato. Ecco la storia di Tashi. Il cucciolotto che arriva e scompare nel nulla.
di SONIA T. CAROBI
Una leggenda. Come tante. Come quelle che ci si dice intorno al fuoco. In attesa che arrivi giorno.
Una storia da raccontare per stare vicini, per sentirsi un po’ più amici, per fermare momenti esclusivi. Per dirsi cose che gli altri non sanno, cose che appartengono solo a chi è lassù. Sul tetto del mondo. Sull’Everest.
L’hai visto? Si. L’ho visto. E’ incredibile. Ma come ha fatto ad arrivare fin quassù?
Già. Come ha fatto? E allora ti alzi, gli vai vicino, ti pieghi sulle gambe e gli poggi una mano sulla testa. Piano. Allora? Me lo dici come hai fatto ad arrivare qui?
Lui non può rispondere. Ma scodinzola. E’ felice. Si aspetta una crosta di formaggio. Nient’altro. Poi continuerà a salire. Sul tetto del mondo.
Una leggenda. Come tante. Ma ora l’hanno fotografato e quell’immagine ha fatto il giro della Rete.
E anche se il nome se lo sono inventati loro, la storiellina del cane alpinista ora è una realtà.
Si chiama Tashi, almeno così lo ha chiamato Silvio Mondinelli, Gnaro per gli amici. Uno degli alpinisti più famosi d’Italia che se lo è visto di fronte a 6.400 metri di quota. Tranquillo, allegro, con la coda che frullava come uno spolverino.
Un cane sull’Everest. E senza padrone. Un cucciolotto nero che si arrampica senza problemi. E sale. Sale. Chissà verso dove. Chissà verso chi.
Gnaro di cose incredibili ne ha viste tante. Lui è uno dei sei scalatori al mondo ad aver infilato il piccone su tutte e quattordici le vette più alte del globo. Ma questa del cane proprio non se l’aspettava.
Da un po’ di tempo gli alpinisti raccontavano di averlo visto salire l’Everest. Ma nessuno ci aveva creduto. E la memoria era andata alle leggende che girano da tempo. Tipo quella sullo Yeti. Poi la svolta.
Tashi qualche mese fa si è presentato al campo I, dopo gli enormi crepacci dell’Icefall, si è avvicinato alle tende e si è fatto anche fotografare. Il primo che lo ha ripreso è stato Yuri Pritzker che si era accorto che li stava seguendo.
“Lo abbiamo fotografato – dice l’alpinista – durante l’attraversamento della Icefall, il tratto di parete che porta al Campo 1 e che è considerato tra i più difficili e pericolosi della salita. Lì i crepacci si frappongono al complesso cammino su ghiaccio, e per superarli utilizziamo delle scale. Ci agganciamo a una corda di sicurezza e passiamo da una parte ad un’altra”.
Come avrà fatto Tashi a fare tutto questo è impossibile da capire. Ma il vero mistero di questa bella storia di montagna è: di chi è quel cucciolotto? Chi sta seguendo?
Silvio Mondinelli che lo ha incontrato invece al campo 2 è ancora più stupito. “Sono rimasto di sasso – dice – è il primo cane che tenta la scalata dell’Everest! Gli ho dato qualcosa da mangiare. Le barrette e le vitamine gli fanno schifo, le sputa. Invece gli piace il formaggio: divora le croste in un baleno”.
Insomma Tashi è stata la grande sorpresa degli alpinisti che salgono sul tetto del mondo. Per alcuni giorni ha fatto da mascotte sia a Mondinelli che a Pritzker. Poi ha deciso che doveva continuare da solo. Ed è scomparso. Nel nulla. Il mistero continua. Le cose da raccontare vicino al fuoco anche. Meglio così.
Nepal. Il cane misterioso che scala l'Everest
17 Settembre 2009