Era uno dei tanti misteri sui quali gli studiosi hanno battuto la testa per secoli. Ora sembra finalmente svelato. Lo sfondo della Gioconda Di Leonardo da Vinci è Bobbio. Un paesino vicino Piacenza.
A sostenere la tesi è Carla Glori critica d’arte e filologa, che si è avvalsa della collaborazione di uno studio di architetti di Piacenza.
Erano cinque anni che ci lavorava. Con caparbietà. Come ha sempre fatto quando si è avvicinata ai segreti di Leonardo Da Vinci. Lo fece nel febbraio del 2014, quando scoprì un codice misterioso, nascosto nel dipinto “Ritratto di Luca Pacioli con allievo” conservato nel Museo di Capodimonte a Napoli, lo ha fatto in tutti questi anni, per stabilire con certezza quale paese è raffigurato alle spalle di Monna Lisa.
Nel 2011Carla Glori aveva già un’idea precisa. Identificò, sullo sfondo del quadro più famoso di tutti i tempi un ponte. Il Ponte Gobbo di Bobbio. Poi per cinque lunghi anni ha cercato la conferma alla sua ipotesi.
L’idea era semplice. Stabilire con esattezza il punto di vista di Leonardo e cercare dei punti di riferimento sui quali lavorare.
Per questo lavoro decise che si sarebbe avvalsa della tecnologia 3D e di uno studio di architetti che quella zona la conosce bene. E’ nata così la collaborazione tra la studiosa e e lo Studio Bellocchi di Piacenza. E’ con gli architetti locali che la Glori è arrivata alle conclusioni che sperava.
Leonardo da Vinci dipinse la Gioconda da una finestra sulla facciata nord-est del Castello Malaspina Dal Verme. Acquisito dai signori di Bobbio dopo che era stato di proprietà di Isabella di Francia. Cui fu donato da Galeazzo Visconti, il suocero, nel 1360.
Da quella posizione Leonardo guardava la Val Trebbia, i rilievi della val Tidone, la Parcellara, e la zona dei calanchi. Ma soprattutto aveva come riferimento il ponte Gobbo, che la Glori aveva già identificato cinque anni fa.
I rilievi e le comparazioni 3D di Angelo e Davide Bellocchi hanno rafforzato quella che era solo un’ipotesi. E oggi, almeno secondo la studiosa, ci sono ben dieci punti, individuabili e sovrapponibili, tra il panorama dipinto da Leonardo agli inizi del 500 e l’attuale Val di Trebbia.
Inutile dire che una scoperta del genere confermerebbe anche un’altra tesi della Glori: Monna Lisa altro non era che Bianca Giovanna Sforza, figlia naturale di Ludovico il Moro, duca di Milano, che nel 1496 sposò Gian Galeazzo Sanseverino, signore di Bobbio.
Leonardo. C'è Bobbio alle spalle di Monna Lisa
La tesi sostenuta da Carla Glori, studiosa dei misteri della Gioconda
2 Settembre 2015
Secondo il professore Mario Alinei la Gioconda sarebbe il ritratto di una donna morta raffigurata con gli occhi aperti. Alinei avrebbe visto la medesima espressione sul volto di sua madre appena morta. Così Leonardo riprenderebbe il tema della sua prima opera perduta, che aveva come soggetto la Medusa mitologica. La Sindone di Torino invece sarebbe l’autoritratto o il ritratto di un uomo vivo rappresentato come morto. Ma i geni tendono ad agire in modo simile ed ad avere un volto somigliante nella maturità. Cfr. ebook. Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.
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