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A Barcellona hanno viaggiato nel tempo

Un team di fisici realizza un minitunnel spaziotemporale

di Gialli.it 5 Settembre 2015

Passare da una parte all’altra dello spazio, ora non è più così impensabile. I fisici dell’Università autonoma di Barcellona sono riusciti a realizzare un minitunnel spaziotemporale, che sfruttando campi magnetici, collega due luoghi lontani tra loro.
I viaggi spazio-temporali appartengono all’immaginario di ognuno di noi in maniera indissolubile. Tutti abbiamo sognato di poterci spostare da un’epoca ad un’altra, da un luogo ad un altro, ad una velocità inimmaginabile.
Oggi quel sogno non è più fantascienza. I tunnel spaziotemporali sono possibili. E lo hanno dimostrato, anche se solo in Laboratorio, un gruppo di fisici dell’Università Autonoma di Barcellona, che da anni lavorano a questo progetto.
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L’idea è semplice, anche se complessa da spiegare. Si trattava, infatti, non di riprodurre ciò che avviene all’interno di un wormhole, ma di lavorare sulla configurazione statica di quel fenomeno.
In pratica il lavoro degli studiosi spagnoli si è concentrato sul trasferimento di un campo magnetico da un punto ad un altro dello spazio.
Siamo ancora lontani dalla possibilità di realizzare condotti spaziotemporali gravitazionali, ma i progressi compiuti nell’elettromagnetismo consentono di creare, in laboratorio, dei minitunnel che raggiungono lo stesso risultato attraverso dei ‘mantelli dell’invisibilità’. Materiali speciali sensibili alla luce e capaci di rendere possibile un passaggio di campi magnetici.
Il ‘tunnel’ di Barcellona è in realtà una sfera magnetica composta da tre strati diversi. Il primo, esterno,  ha una superficie ferromagnetica, quello interno è fatto di un materiale superconduttore e poi c’è un foglio ferromagnetico avvolto su un cilindro che attraversa la sfera da un estremo all’altro e che risulta magneticamente invisibile all’esterno.
Si tratta di un sistema virtuale in cui una calamita, che ha due poli inscindibili, sbuca alla fine di un tunnel con uno solo dei due poli. Che è una cosa che in natura non esiste.
Qualcosa si muove, quindi, nelle ricerche sui viaggi nello spazio. E il risultato di Barcellona è sicuramente un passo deciso verso il futuro.
Per ora l’applicazione potrà essere usata in medicina, per rendere la risonanza magnetica più efficace e sicura.

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