Un team internazionale di 15 persone ha ritrovato una struttura di legno antica 4800 anni sul monte Ararat, luogo biblico ora amministrato dalle province turche di Agri e Agdir. Dopo due anni di indagini e scavi in alta quota, il 25 aprile 2010 il team ha presentato le evidenze della scoperta durante un comunicato stampa. Il regista del filmato di presentazione, Yeung Wing-Cheung, è convinto che si tratti dell’Arca di Noè. Al 99,9 percento…
È da circa 2000 anni che gli armeni raccontano ai viaggiatori provenienti da tutto il mondo dell’antica imbarcazione di legno sepolta sotto i ghiacci del monte Ararat. Una celebre testimonianza del 1269 è quella di Marco Polo, che lo ha riportato nel suo “Il Milione”. Ma è solo dal 1829 che si hanno notizie certe di spedizioni alla ricerca dell’Arca di Noè sulla cima innevata del monte.
Molti esploratori hanno testimoniato il ritrovamento di frammenti di legno in alta quota, oltre i 4000 metri. Anche l’italiano Angelo Palego, testimone di Geova, sin dal 1985 dirige un gruppo di appassionati per la divulgazione delle sue teorie e dei ritrovamenti sul luogo.
Certo fin ora le spedizioni non hanno ricevuto grandissimi supporti finanziari o patronati da enti e istituzioni laiche. Come a dire: cercare un’arca di legno di 5000 anni fa, basandosi su di un racconto mistico così tanto lontano dalle nostre conoscenze scientifiche, non è una attività che promette grandi ritorni di investimento. A meno che l’istituzione finanziante non abbia carattere religioso.
È dal 2003 che un gruppo di cristiani evangelici di Hong Kong, The Media Evangelism Limited, promuove una iniziativa per la ricerca dell’Arca di Noè: Noah’s Ark Ministries International Limited (NAMI). La particolarità di questo gruppo religioso è l’utilizzo della tecnologia per promuovere il messaggio cristiano. Nella loro missione è chiaramente indicata la necessità di far arrivare il messaggio di fede utilizzando tutti i media disponibili.
Ecco che allora la ricerca dell’Arca di Noè diventa una occasione per farsi conoscere. Tanto più che in quella zona i ritrovamenti si sono susseguiti per anni e, data l’altitudine, i brandelli di legno devono necessariamente appartenere a manufatti.
Alla ricerca di qualche prova
Negli anni gli uomini del NAMI organizzano svariate spedizioni: nel 2003 girano un video divulgativo sull’Arca ed il Diluvio Universale, nel 2004 esplorano il ghiacciaio nella zona di un precedente ritrovamento. In queste occasioni socializzano con la popolazione locale, ed hanno modo di stringere amicizia con uno scalatore professionista turco: Ahmet Ertugrul detto Parasut, Paracadute.
L’uomo baffuto, durante una scalata nel 2006, trova un pezzetto di legno pietrificato. Subito gli scatta l’idea e parte alla ricerca di altri elementi. Il clima tiranno ed un terremoto seguito dal crollo di una grotta vanifica una prima missione nel febbraio del 2007, ma nell’agosto dello stesso anno un team di 10 persone finalmente trova una struttura di legno pietrificato, ricoperto di cenere vulcanica. All’epoca è il più grande successo nella storia della ricerca dell’Arca.
Ma il meglio deve ancora venire. Nel 2008 Parasut riceve una soffiata. Un misterioso personaggio gli indica il luogo dove si troverebbe l’Arca di Noè. Parasut crea rapidamente un gruppo e sale per verificare l’informazione. È vero: in quel posto c’è una struttura di legno. Fa un paio di foto e contatta il NAMI.
Gli studi preliminari
Da quel momento in poi, per due anni il team congiunto turco-cinese sale varie volte sull’Ararat per fare rilievi e preparare una documentazione video.
Il legno ritrovato è passato all’esame del carbonio e fatto risalire a 4800 anni fa. Una troupe diretta da Yeung Wing-Cheung filma una spedizione, non priva di difficoltà, per analizzare l’interno della struttura. Due sono i luoghi del ritrovamento: in uno vi sono dei pali di legno di 20 metri incastonati nel ghiaccio. In un altro, calandosi con delle corde, si accede ad un ampio vano con pareti di legno leggermente curve. Intorno vi sono altri vani ancora non esplorati per mancanza di ossigeno, come testimonia Yuen Man-fai, un rappresentate del NAMI presente durante le riprese. Si possono vedere delle rastrelliere, dei paletti per legare gli animali. Si riesce anche ad osservare bene che la struttura è stata costruita con una tecnica ad incastro, senza chiodi. Sono state ritrovate persino delle scale ricavate da grossi tronchi che portano ad una botola, anche se è stata lasciata chiusa per timore di danneggiare la struttura.
Il professor Oktay Belli dell’Università di Istanbul, archeologo, ritiene sia una enorme scoperta, forse la più grande della storia. Finalmente un ritrovamento che mostra una struttura di legno sepolta sotto il ghiacciaio e preservata dal tempo. Ipotesi confermata dal dr. Ahmet Özbek, geologo presso l’Università Kaharamanmaras Sutcu Iman in Turchia. L’altitudine ed il ghiaccio misto a cenere hanno preservato il legno dal degrado e dalla pietrificazione.
La conferenza stampa
Il 25 aprile, dopo aver completato le analisi, il NAMI ed il team turco hanno divulgato le scoperte del monte Ararat durante una conferenza stampa.
Il governo turco, rappresentato dal governatore e dal responsabile del Ministero della cultura della provincia di Agri, ha dichiarato l’intenzione di richiedere lo stato di Patrimonio dell’Umanità all’UNESCO.
Le varie parti coinvolte hanno anche dichiarato di voler coinvolgere scienziati da tutto il mondo per continuare lo studio di questo ritrovamento, ed hanno pubblicamente sottoscritto un accordo per “collaborare per la ricerca scientifica e lo studio dell’Arca di Noè sul monte Ararat. I risultati sono importanti per il monto intero, e l’umanità dovrebbe aver cura delle proprie credenze e origini comuni.”
Il testo si conclude con una grande speranza: “Noi crediamo che la scoperta dell’Arca di Noè risolverà secoli di conflitti ideologici nazionali. Ci dedichiamo a lavorare per un mondo migliore e pacifico.”
La brutalità degli scettici
Il prof. Eric Cline, direttore del dipartimento dei Classici alla George Washington University, ha dichiarato a “Good Morning America”, una popolare trasmissione televisiva della ABC, che bisognerà verificare con accuratezza i dati raccolti, quando verranno pubblicati con più rigore. E che, anche se Yeung e gli altri vorranno mantenere il segreto sulla precisa locazione del ritrovamento, dovranno paracadutare un bel numero di esperti indipendenti sul luogo per confermare la loro scoperta.
Gerrit Aalten, un ricercatore olandese, ha immediatamente dichiarato di vedere grande evidenza di come la struttura sembri effettivamente l’Arca di Noè. Poi ha reso noto l’indirizzo di un blog in cui viene riportata una “confessione” via e-mail del dr. J. Randall Price, direttore esecutivo e professore di studi giudaici presso la Liberty University a Lynchburg in Virginia.
Price avrebbe scritto ad un suo studente, raccontando il suo coinvolgimento nella spedizione cinese nel 2008. Era stato chiamato come esperto prima per analizzare le prime foto della struttura scattate da Parasut. In quell’occasione ebbe modo di sapere che si trattava di una truffa: le foto erano state scattate sul Mar Nero in una vecchia struttura di legno. Sperando di smascherare la falsificazione, partecipò nel 2009 alla spedizione del video pubblicato nei giorni scorsi, che in effetti fu girato sul ghiacciaio del monte Ararat. Trovati i resti della struttura sotto la neve sul luogo, Price avrebbe indagato meglio. Parasut avrebbe spostato lì sopra la vecchia struttura con l’ausilio di dieci lavoratori curdi, truffando anche il NAMI, ancora inconsapevole dei fatti reali.
La presunta e-mail del professore della Virgina si conclude con l’affermazione di aver trovato un nuovo indizio plausibile, un pezzo di legno trovato da un pastore in un luogo più in alto. È convinto che scavando lì, sarà lui ad avere un reale successo nell’impresa.
A questo punto sembra chiara l’unica verità emersa fin’ora: nel villaggio di Dogubabyazit, ai piedi del monte Ararat, una generazione di pastori, guide montane, lavoratori e politici si sta arricchendo con gruppi di fedeli alla ricerca di una prova tangibile dei loro testi sacri.
Ararat: Abbiamo ritrovato l'Arca di Noè
1 Maggio 2010
come si può speculare su un avvenimento di cui già esiste certezza?? Non ci sono forse molti scritti e addirittura reperti archeologici, di popolazioni distanti tra di loro e che oggi sono a noi disponibili (vedi bobine sumere nel museo di berlino) , che parlano del medesimo diluvio, accaduto allincirca nello stesso periodo? Ma cosa succede alla gente , quando si parla di origini non è un confernmare una religione..ma forse un prevenire tutti dai stessi padri!! Comunque spero che il ritrovamento sia fatto da persone che vogliono arricchire il nostro patrimonio culturale, senza trarne denaro ma soltanto stima!!
la struttura trovata misura in lunghezza più di 90 metri, ha altezze notevoli e si trova a diversi metri sotto il ghiaccio. se avessi a disposizione più di 200 uomini e del mestiere solo per portare una tale struttura fin lì senza l’ausilio di elicotteri, gatti delle nevi, imponenti attrezzature di risalita, mi sarebbe impossibile. mettere il tutto sotto il ghiaccio è da poveri creduloni perchè perforare uno strato tanto grosso con badili e picconi e per diversi metri a 4000 metri con molti gradi sotto zero si fa prima a credere che gli asini volano. una struttura, poi, così grande… il problema non è perchè l’arca è lì, il dilemma è perchè si è inventata una storia tanto assurda e non si indaga per capire perchè il tipo in oggetto è stato cacciato. dimenticavo, al radiocarbonio le travi sono risultate antiche, nel posto indicato dal tipo buffo ci stanno strutture di così grandi dimensioni con legno fossile? Totò avrebbe risposto a Price ed a chi lo sostiene: ma mi faccia il piacere!
Testimonianza Verace: nel mese di giugno il sottoscritto, insieme ad Angelo Palego, Claudio Skranz e ad una truppe Rai (Voyager), ha condotto una spedizione sul monte Ararat , già mandata in onda da Rai 2. Nell’occasione parlai insieme ad Angelo Palego con una guida molto esperta del monte, il sig. “Bhuran” che ha sede in Dougbayazit. Il suo racconto è molto singolare e veritiero in merito all scoperta fatta dai cinesi. Bhuran insieme a Parasut e tanti altri hanno letteralmente trasportato il legno in alta quota nel posto indicato ai cinesi, giurando che trattasi di un falso clamoroso. Il sig. Bhuran avrebbe tutto l’interesse a dimostrare che l’arca è lì, anche perchè per lui significherebbe molti soldi provenineti da turisti che ogni settimana accompagna sul monte ararat provenienti da tutto il mondo. Nella puntata trasemessa da Voyager, a causa dei militari non fu possibile proseguire oltre. Eravamo diretti ai crepacci paralleli, luogo in cui si troverebbe la vera arca di Noè di circa 100 mt. La cosa più fromidabile che stiamo per comunicare al mondo è che sono stati rinvenuti altri due pezzi, nella esatta posizione in cui li disegnò Ed DAVIS! Il ritrovamento del luogo è stato possibile solo con tecnologia di immagini satellitari. Non è visibile ad occhio nudo, in quanto è tutto ricoperto da neve. Il satellite, mediante tecnica 3d ha restituito la sagoma dell’arca adagiata su di un fianco. Prossimamente i dettagli di questo vero ritrovamento che scuoterà il mondo accademico e “scettico” circa l’esistenza dell’arca e la veradicità del racconto biblico. Dott. Raffaele Manzo
Dott. Manzo,
a quando la divulgazione di questi dettagli?
E’ in fase di completamento un libro sull’argomento preparato da me. Ci saranno foto esclusive! Una prossima spedizione che si terrà probabilmente in Luglio, ci porterà all’interno dell’arca. Un pezzo dell’arca, di cui già dispongo della foto, dovrà essere per il 70% allo scoperto e quindi sarà possibile riuscire ad entrare.
Solo dopo l’ingresso nell’arca, sarà data diffusione alle foto ed alla notizia.
grazie. Dr. manzo
..ah!! sta scrivendo un libro…Interessante……
Senza voler entrate in questioni religiose, osservo solo che ci vuole un tempo incomparabilmente più lungo di 4800 per fossilizzare il legno. L’età proposta ci pone in un periodo di 2800 anni a.c. , ovvero in un tempo in cui fioriva in Egitto la civiltà delle prime piramidi, esisteva già una forma di scrittura e non mi sembra che sia rimasta traccia di un evento così catastrofico.
Per ultimo, gli attuali oceani contengono 1340 milioni di km cubi. Per raggiungere i 4000 mt di altezza si sarebbero dovuti formare un nuovo oceano aggiungendo 2040 milioni di km cubi. Quest’acqua dove è finita. E quanto tempo di pioggia sia pur violentissima ci vuole per ottenere 2040 m.ni di km cubi? Certo un credente può pensare a interventi divini ( come se fosse una bacchetta magica) ma a questo punto si arriva diritti diritti a pensare che l’età dell’universo e della terra non è quella calcolata dalla scienza, che i fossili sono stati messi da dio per confonderci le idee, insomma che tutto ciò che supponiamo della nostra evoluzione è falso. Pensare tutto questo mi sembra blasfemo perchè presenta il creatore come fosse un personaggio da fumetto
è scritto nella bibbia che non piovve soltanto, ma che anche le fonti dell’ abisso scoppiarono, questa potrebbe essere una spiegazione.
Ci spieghi esattamente cosa sono le fonti dell’abisso, dove si trovano, e come possano scoppiare?
Tu pensi che esista sotto terra una massa d’acqua superiore a quella esterna?
Grazie per queste informazioni.
Se potreste dare informazioni accurate con video vene sarei molto grato.
Ciao Stefano son Tina..mi piace molto la tua replica e semplice visione dei fatti…e ti parla una ragazza che non è credente..per tanti motivi altrettanto validi quanto quelli che tu hai elencato..Dichiarare che è esistita accettando l’ennesimo dogma di un’altra benpensante e romanzesca religione…sarebbe un insulto alla mia intelligenza e conoscenza..Sembra che il bianco e il nero non esistano più..che bastano delle piccole supposizioni per screditare la pura realtà delle cose..(es.un ex presidente del consiglio non è in galera non perchè è stato giudicato innocente ma perchè hanno procastinato i tempi per dichiararlo colpevole innanzi ai fatti..rimane colpevole ma non punito)..e quindi se proprio i testimoni di Geova chiedono a noi non credenti di voltare pagina seguendo la loro religione fondando il credo non sull’esistenza dell’arca ma solo su quella del diluvio rendendo importante solo questo…ben venga x chi crede..ma x chi vuole credere con i fatti..bhe allora devo complimentarmi con te per le tue metrature sugli oceani.. sei un grande..:D
Dott. Manzo. Un paio di domande:
1. Il libro sarà distribuito gratuitamente per divulgare il più possibile la VERITA’, oppure sarà in vendita nelle migliori librerie, magari con prefazione del “professor” Giacobbo?
2. Se è stata fatta questa incredibile scoperta, perchè se ne rimanda la divulgazione? Quando si fanno grandi scoperte si da’ la notizia immediatamente, non si danno solo pochi indizi per aumentare la suspance (così nel frattempo si vende qualche copia in più del libro che racconta di tutto tranne quello che promette di “rivelare”)
3. Lo sapete che circa diecimila anni fa la Terra è uscita dalla sua ultima Era Glaciale e che l’essere umano era praticamente come noi oggi? Solo che non aveva inventato ancora la scrittura (forse). Il ricordo dell’innalzamento del livello delle acque, però, è rimasto grazie alla tradizione orale ed in questo avvenimento reale e dimostrato che va ricercata l’origine del mito del Diluvio Universale, comune a molte culture di tutto il mondo (lo scioglimento degli imponenti ghiacciai esistenti provocò innalzamenti cospicui ma distribuiti su tutto il pianeta).
Grazie
Alex
Rispondo a Stefano e Tina;
Le osservazioni che sono state fatte meritano delle risposte articolate. Tuttavia non è possibile affrontare le obiezioni senza stabilire delle basi scientifiche che richiederebbero molto tempo nella comprensione. Suggerisco quindi di vedere un video preparato da google ( stravenduto in america) fatto molto bene, in cui si affrontato molti argomenti comuni alla nostra discussione. il video si trova in rete e si chiama” Evoluzione:fatto o credo!”. Li potrete vedere in maniera molto semplice i tempi di fossilizzazione, la costruzione sedimentaria dei monti etc. Così vi accorgerete (soprattutto Tina), che per credere in qualcosa non ci si può basare su “una semplice visione” dei fatti, ma bisogna andare nel profondo. Non a caso tutte le menti brillanti e complesse della nostra storia recente scientifica erano credenti e profondi conoscitori della bibbia (Newton, Einstein,Zichichi, G. Shoreder, A. Flew, etc etc.) La vicenda del diluvio, non può essere vista come un fondamento per trovare la fede, e mi dispiace molto che in questo si sia fatto menzione dei Testimoni di Geova parlandone come di una “benpensante e romanzesca religione…che chiede ai non credenti di voltare pagina”. Fortunatamente non è così, in quanto la confessione dei Testimoni ha abbracciato un ministero di “testimonianza” e non di “convincimento”. Questo non toglie che ha inserito nelle proprie pubblicazioni delle rubriche accuratissime di archeologia biblica, a dimostrazione del fatto che la Bibbia è un libro realmente ispirato. Ritornando al Diluvio, Per avallare l’obiezione in merito ai milioni cubi di km3 di acqua mancanti per raggiungere i 4000 mt di altezza, bisognerebbe conoscere con certezza la conformazione geografica della terra prima dell’evento, in ordine quanta superficie terrestre rispetto alle acque ,se vi erano fosse oceaniche e nel caso la loro profondità (oggi di migliaia di metri), quindi sapere l’altezza della cima del monte più alto della terra. Solo con questi dati che dovrebbero confermare che la situazione era immutata rispetto ad oggi, si può dire con certezza che mancano all’appello 2040 milioni di km3 di acqua.
Diversamente non possiamo non prendere nota di tutte le prove che ci portano a considerare che la situazione era ben diversa a quel tempo. Privilegiando l’autore delle sacre scritture, cito a titolo di esempio un passo della bibbia di Salmo 104: 5-9 . Qui si legge (Salmo 104:5-9) 5 Egli ha fondato la terra sui suoi luoghi stabiliti; Non sarà fatta vacillare a tempo indefinito, o per sempre. 6 La copristi con acque dell’abisso proprio come con una veste. Le acque stavano sopra i medesimi monti. 7 Al tuo rimprovero fuggivano; Al suono del tuo tuono correvano per il panico — 8 I monti ascendevano, Le pianure delle valli scendevano — Al luogo che hai fondato per loro. 9 Ponesti una linea di confine, al di là della quale non sarebbero dovute passare, Affinché non coprissero di nuovo la terra.” – da questa lettura comprendiamo che a causa dell’enorme peso delle acque che gravavano sulla superficie del suolo “ I monti ascendevano, le pianure delle valli scendevano”. In rete è diponibile una pagina facebook: NAOAIR in cui si possono visualizzare alcune foto in riferimento al relitto dell’arca. Ai nostri sforzi per cercare di avvicinarci alle posizioni nonostante un massiccio dispiegamento di forze militari che ogni anno cercano di tenerci al largo. Come vedete non c’è nulla di misterioso, e di lucrativo. La nostra Gioia è contribuire alla verità riportando quelli che hanno perspicacia ad uno studio serio ed accurato del contenuto biblico. La domanda finale è questa: Voi che cosa farete una volta avute le prove che state tanto cercando? sarete come quelli a cui Gesù disse: “questi possono anche vedere una persona tornare dai morti e non crederanno”? – PS: in merito al libro che racchiuderà tutti i nostri sforzi, non sarà completo fino a quando non riusciremo ad entrare all’interno dell’arca. Ecco il semplice motivo per cui bisognerà ancora aspettare. Intanto potete seguirmi su NAOAIR (Noah’s Ark, Official Association of italian researchers). Cordialità. Dott. Manzo Raffaele
Salve Sott. Manzo. Volevo porle alcune domande. la prima, lei è testimone di Geova? Quando parla di citazioni di pubblicazioni scientifiche all’interno della letteratura redatta dal Cd dei TdG, ha avuto occasione di leggere alcuni contesti dai quali le pubblicazioni dei TdG estrapolano le citazioni?
Sapeva che spesso i TdG sono stati citati in tribunale dagli autori dei libri citati dalla torre di guardia perchè tali citazioni vengono estrapolate da un contesto che dice il contrario di ciò che vuole sostenere la torre di guardia stessa?
Il filmato da lei citato sarebbe, seconde lei, un supporto scientifico sufficente per provare che il diluvio è avvenuto veramente?
Si ritiene che un tempo gli oceani fossero più piccoli e i continenti più grandi di come non siano adesso. Secondo alcuni scienziati i monti erano molto meno alti di ora e alcune montagne sono persino emerse dal mare.In quanto alla situazione attuale,si dice che il volume dell’acqua marina è dieci volte superiore a quello delle terre emerse. Scaricate in modo uniforme tutta questa terra nel mare e 2 km e mezzo di acqua coprirebbero tutto il globo. Quindi,dopo che le acque del diluvio erano cadute,ma prima che le montagne si alzassero e il letto del mare si abbassasse ,e prima che si formassero i poli,le calotte glaciali,c’era acqua più che sufficiente per coprire ”tutti gli alti monti”, come la Bibbia nella Genesi 7:19.
angy & gabrio
Peccato che quando tutto ciò è successo non c’era vita intelligente sulla terra.
Salve a tutti, anch’io sono sempre rimasto affascinato dal mito del diluvio universale, sebbene le date proposte dal testo biblico mi abbiano sempre lasciato perplesso…
Lungi da me il toccare la fede o il credo di alcuno, desideravo proporre solo alcune considerazioni di natura logica.
Ad esempio, se il diluvio è avvenuto realmente nel 2370 a.C. (o giù di lì, sebbene la tradizione ebraica lo fissi al 2104 a.C., e con modalità del tutto diverse dal racconto strettamente biblico), si deve presupporre che a quel tempo fossero rimaste sulla terra solo otto persone, con il compito di ripopolare l’intero pianeta.
Ora, sinceramente, la cosa mi sembra quantomeno improbabile, dal momento che (ad esempio) la civiltà egizia non conosce soluzione di continuità (per stare stretti) almeno dal 3000 a.C.
Volendo accettare la data del diluvio al 2370 a.C., e considerato che il trasferimento di Abramo in Egitto, all’epoca la più grande potenza del mondo, sarebbe avvenuto intorno al 1900 a.C., abbiamo un periodo di 470 anni per far sì che l’intero pianeta fosse stato ripopolato e che degli imperi si fossero costituiti, circostanza (a mio avviso) decisamente improbabile.
Oltretutto mi chiedo come abbia fatto Noè a salvare ogni specie di animale… E’ andato fino in Australia per prendere una coppia di ornitorinchi o di koala? Oppure nel Madagascar per il dodo? O sulle Ande per il puma?
Quanto al volume delle acque che dovette ricoprire la terra, mi permetto di ritenere che 40 giorni di pioggia battente non potessero essere sufficienti per ricoprire le vette più alte della terra, in quanto si sarebbero dovuti generare almeno 9 km di acque sopra il livello del mare (la montagna più alta della terra non è l’Ararat, bensì l’Everest, a 8848 metri di quota). Altra circostanza a mio avviso improponibile.
Anche ammettendo che “il dito di Dio” avesse plasmato successivamente le montagne e fatto emergere sul momento nuove e più alte vette (poniamo il caso l’Everest), ritengo che questa circostanza avrebbe generato uno tsunami tale da cancellare qualsiasi oggetto che galleggiasse sull’oceano di acque, arca inclusa. Se poi diamo per buono che “la mano di Dio” avesse voluto proteggere l’arca e le creature al suo interno, allora non possiamo affrontare il tema del diluvio dal punto di vista scientifico, ma unicamente religioso (e come tale prettamente soggettivo).
Dal momento che il mito del della “inondazione globale” è comune a tutte le civiltà della Terra, a mio avviso è innegabile che in tempi assai remoti il pianeta debba essere stato interessato da un innalzamento delle acque davvero fuori dal comune, ma dal momento che il racconto del diluvio fu ripreso da Mosè dal mito sumero di Gilgamesh, forse non è così fuorviante ritenere che lo scrittore abbia interpretato a suo modo le fonti, attribuendovi date non propriamente attendibili (non mi risulta infatti che i sumeri avessero attribuito un epoca ben precisa al diluvio…).
Quanto all’arca, non ho elementi per giudicare la veridicità o meno delle notizie proposte su questo blog, per cui attenderò con curiosità l’uscita del libro del Dottor Manzo.
Chiedo scusa per essermi dilungato…!
Da un veloce calcolo approssimativo c’è da chiedersi: per contenere una coppia di ogni specie animale esistente sulla Terra (escludendo quelle marine) quante arche di quella dimensione sarebbero occorse? MILIONI!
C’è anche da considerare un’altra cosa importante: gli abitanti dell’ Arca cosa usavano per dissetarsi? L’acqua piovana non è usabile per saziare la sette di tutti quanti