A place to return di Ciro Sabatino apre ufficialmente la programmazione editoriale della nuova casa editrice napoletana Gialli.it
Abbiamo lasciato che fosse l’autore a raccontare il suo libro.
Volevo raccontare una stagione difficile e meravigliosa della mia vita. Avevo voglia di ritrovare le immagini di duecento ragazzi che si perdono, divertiti, nelle montagne del Cilento a caccia di un personaggio misterioso. Desideravo fermare gli anni in cui ho capito il valore dell’amicizia e del gioco. Alla fine ho scritto un romanzo su quello splendido 2007 e ho protetto un ricordo importante, conservandolo nelle pagine di un libro. Il mio.
A place to return è questo. Un tributo ai ricordi, un omaggio a uno di quegli anni che è rimasto intatto e indelebile nella mia memoria. L’anno di Jack. Il gioco, l’amicizia, le risate, gli amori, i tradimenti, i libri, la voglia di stare insieme.
E’ andata più o meno così. Sedici anni fa coinvolsi duecento ragazzi in un urban game che durò per oltre sette mesi. Giocammo rincorrendoci per i vicoli, le chiese, i cimiteri di Napoli Magica, e non ci fermammo nemmeno quando la storia ci spinse oltre le tranquillizzanti notti partenopee, verso i luoghi più vuriosi e magici della Campania. Giocavamo, viaggiavamo, diventavamo amici. Dentro quella spensieratezza c’erano decine di personaggi di fantasia che giorno dopo giorno diventavano reali, presenti.
Cinque lustri dopo ho recuperato alcuni di quei personaggi, ho “richiamato” il mio vecchio amico Antonio Scattero e ho cominciato a scrivere una storia che avevo in testa da un bel po’. Antiche leggende celtiche, paesini che scompaiono all’improvviso, matti scriteriati che trasformano anche la magia e le favole in un’opportunità di potere. Dentro c’ho messo il mio Jack e un gruppo di ragazzi che si ritrovano “vent’anni dopo” come fossero moschettieri, con alle spalle solitudini e sconfitte, e negli occhi la voglia di ricominciare.
A place to return è un libro sugli incontri e le fughe. Un romanzo d’amore e d’avventura, forse, che però conduce a un’unica conclusione: si può scappare quanto si vuole, si arriverà sempre in un posto che ci ricorda qualcosa. Nessuno può vivere senza un posto dove tornare. A place to return.
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