L’incontro previsto per giovedì 26 maggio (ore 19,30) e promosso dall’Istituto Cervantes (che ha portato in città le due scrittrici) è l’Anteprima del Festival del Giallo Città di Napoli che si terrà al Grenoble dal 9 giugno.
PETRA
Non partì bene Petra, ventisei anni fa. Un carattere impossibile, due ex mariti che continuavano ad entrare e uscire dalla sua vita, uno stupratore seriale che marcava ‘a fuoco’ le sue vittime, e un rapporto difficile con i colleghi. Su tutti quel Fermín Garzón, che poi alla fine sarebbe stato l’unico capace di sopportarla e capirla fino in fondo.
Una donna così, scrissero i giornali di Barcellona, non può condurre un’indagine tanto delicata.
Petra Delicado. Pietra Delicata. La detective degli ossimori. E delle contraddizioni. L’agitata archivista che 26 anni fa si ritrovò a scegliere se curare rose nel suo giardino o investigare sui delitti più eclatanti di una Barcellona marcia e impenetrabile.
Ventisei anni dopo, tredici indagini dopo, Petra se n’è tolti di sassolini dalle scarpe. La leggono in quindici Paesi, e anche in America si sono convinti che lei è un po’ l’erede di Kay Scarpetta. Già. L’anatomopatologa forense nata dalla penna di Patricia Cornwell e che, almeno per Alicia Giménez-Bartlett, è l’inizio di tutto.
“Sono partita da lì. Da Quel che rimane, da quell’indimenticabile romanzo della Cornwell, per convincermi che forse mi andava di scrivere un giallo”. E così è stato. Nel 1996 arriva Riti di Morte. Petra comincia il suo viaggio verso l’affermazione mondiale. La consacrazione arriva con l’Autobiografia, che non è esattamente una cosa comune. Autobiografia di Petra Delicado. Come fosse miss Marple. Solo i grandi, sotto il sole. Tredici romanzi dopo.
In mezzo c’era stato il Chandler, vinto al Noir in Festival, e soprattutto la serie Tv Sky con una splendida Paola Cortellesi. Che sarà difficile separarle. Almeno nell’immaginario italiano. Un po’ come Montalbano e Zingaretti. Un po’ come i grandi detective finiti nel piccolo schermo e rimasti intrappolati dalla bravura dei loro interpreti.
ARTURO
Verrebbe da chiedersi se un giorno Petra, o Paola fate un po’ voi, finiranno per incontrarlo quell’Arturo Zarco, detective gay, che invece esce dritto dritto dalla penna di un’altra spagnola di razza, Marta Sanz. Bisognerebbe correre a ritrovarli tutti i libri con questo signore fragile, indolente, disilluso, suggestionabile. Terrorizzato dall’assurda idea che gli altri possano leggergli i pensieri. Che roba. Eppure Sarco è personaggio di spessore, unico, inimitabile. E la Sanz lo disegna di romanzo in romanzo come fosse un Caravaggio. Con le sue ombre, con le sue miserie. Gay, si dice. Ma conta così poco, perché la Sanz è penna di classe, è autrice che spinge il giallo verso la ‘letteratura alta’, senza distinzioni di genere. E ogni sua parola è politica, impegno, denuncia.
Sembrano fatti per incontrasi, no? La femminista Petra, e il poliziotto con la passione per i giovinetti. Grande Spagna, grandi spagnoli. Avanti un bel po’ di anni a cercare identità ben oltre ciò che è abituale, convenzionale.
A Napoli, giovedì 26 maggio, accadrà un po’ questo. Si incontreranno Petra e Arturo. Indirettamente, certo. Perché in realtà ad incontrarsi sono le loro mamme, le donne, le scrittrici che li hanno scritti quei due detective lì. Alicia Giménez-Bartlett e Marta Sanz. Il meglio della letteratura poliziesca spagnola, il meglio del giallo nel mondo, oggi.
Chiacchiererà con loro una scrittrice italiana. Serena Venditto (Grand Hotel, Mondadori). E con lei il confronto diventa perfetto.
L’incontro tra le due scrittrici è previsto per giovedì 26 maggio, ore 19,30, presso l’Istituto Francese di Napoli, in via Crispi, 86 – Napoli
Ingresso gratuito e senza prenotazione.