Un bel passo indietro. Non c’è che dire. Sono trascorsi un po’ di secoli, voliamo sulla Luna, abbiamo i telefonini e Internet, ma non riusciamo a liberarci delle antiche credenze. Un esempio? La vecchia, buffa adorazione per le reliquie. Roba da Medioevo, appunto, eppure proprio in questi giorni è di “reliquiae” che parlano tutti i giornali. Da Napoleone a Galileo Galilei, passando per l’immancabile Duce, ecco un viaggio un po’ retrò nel medioevo che è in noi.
di CLARETTA MASCOLO
La prima notizia è arrivata in Rete qualche giorno fa. Un collezionista ha ritrovato tre eccezionali cimeli. Opere d’arte? Tesori scomparsi? No. Il nostro si è presentato ad un’asta pubblica e ha alzato la mano proprio mentre si batteva un curioso lotto. Una teca di legno dalla foggia singolare, realizzata nell’Ottocento, e sormontata da un busto ligneo. Al suo interno un’ampolla settecentesca in vetro soffiato che racchiudeva due dita (pollice e medio) e un dente.
Soddisfatto dell’acquisto il fortunato compratore se ne è tornato a casa e ha scoperto che quelle dita e quel dente erano in realtà appartenuti ad un certo Galileo Galilei.
Erano state sottratte allo studioso toscano nel 1737 nel corso della traslazione della salma nel sepolcro monumentale della basilica di Santa Croce.
Successivamente le aveva acquistate un certo marchese Capponi, e nel 1905 se ne erano perse le tracce.
Per il nostro collezionista è stato veramente un bel colpo di fortuna. Ma ancora più fortunati noi che ora potremo finalmente riammirarle in qualche museo di Firenze.
Il sangue e il cervello del Duce
Se Galileo Galilei non è il vostro astronomo preferito, se non vi bastano due dita e un dente di un eretico cocciuto e se vi era simpatico quel signore calvo che gridava “Italiani!” da un balcone della Capitale, potreste sempre puntare all’acquisto del secolo! Non è una cosa per straricchi. Vi bastano 15.000 euro, un collegamento internet, l’iscrizione al sito di eBay e vi potreste portare a casa nientemeno che il sangue e il cervello di Benito Mussolini.
Già. Il più grande sito di aste del mondo questa volta l’ha fatta grossa. A detta della nipote del Duce, Alessandra, infatti, ieri mattina qualcuno ha tentato di vendere materiale autoptico che doveva essere conservato al Policlinico di Milano. Come abbiano fatto a trafugare reliquie del genere non è molto chiaro. Per certo si sa che la signora Mussolini è riuscita a bloccare l’asta ed eBay ha anche presentato le sue formali scuse.
Pochi i dubbi sull’autenticità del “materiale”. Giorgio Muggiani, 83 anni, che nell’immediato dopoguerra partecipò al trafugamento della salma di Mussolini, ha raccontato che l’autopsia sul corpo del Duce “fu una porcheria. C’era gente che entrava, gente che usciva. Se l’avessero fatta su una piazza, in pubblico, sarebbe stata la stessa cosa”. Insomma, possibile che quelle “reliquie” fossero state trafugate “in diretta” e che al Policlinico nessuno ne sapesse niente.
I capelli di Napoleone
Da Milano a Londra ancora “reliquie” in prima pagina. E anche in questo caso non si tratta di sciocchezzuole. Protagonista del clamoroso ritrovamento sarebbe un misterioso collezionista col pallino per Napoleone Bonaparte. Oggetto del ritrovamento nientemeno che una ciocca di capelli dell’Imperatore.
Detta così sembra solo una cosa stravagante, eppure le estremità pilifere di Napoleone erano al centro di un intricato mistero. Secondo qualcuno erano state clamorosamente trafugate dalla collezione di Sir John Soane, un architetto che aveva passato la vita a trasformare la sua casa in un museo.
Nel 1833 Sir John era anche riuscito ad ottenere un “atto del Parlamento” che garantiva la conservazione della casa, degli arredi e delle opere d’arte che vi erano custodite, il tutto “a beneficio degli amatori e degli studenti”.
La tutela, ovviamente, era estesa anche a quel reperto, la ciocca di capelli di Napoleone, che Sir John aveva ricevuto da Miss Balcombe e che lui, successivamente, aveva chiuso e sigillato nell’anello commissionato a un orafo famoso per 5 sterline. Soane proteggeva il monile con cura particolare, assieme alle lettere che ne comprovavano l’originalità e la provenienza. Poi la “reliquia” scomparve. Fino a che, poche settimane fa, una telefonata dalla casa d’aste Christie’s ha allertato i responsabili della collezione: “attenzione, un privato vuole vendere il piccolo e preziosissimo oggetto”. Qualche telefonata giusta e l’anello è tornato al suo posto.
Verrebbe da citare Boccaccio. “Frate Cipolla promette a certi contadini di mostrare loro la penna dello àgnolo Gabriello; in luogo della quale trovando carboni, quegli dice esser di quegli che arrostirono san Lorenzo”. Ma non lo facciamo. Ovviamente, non lo facciamo.
I capelli di Napoleone, il sangue del Duce e il dito di Galileo Galilei
21 Novembre 2009